Maturità 2009, l'esame di Enrico Lo Verso

enrico-lo-vers.jpgApplausi, risate, ma anche un contrasto con il presidente della commissione su Hegel. Si può riassumere così l’esame dell’attore Enrico Lo Verso, che già all’epoca ebbe il suo “pubblico”: un gruppo di ragazzini che andarono a vedere il suo esame.

Per te fu imbarazzante avere spettatori in un momento così stressante?
No, anzi, la cosa mi ha caricato. Avevo già debuttato al teatro greco di Siracusa davanti a 12 mila persone, quindi per me non fu assolutamente un problema. Però è stato un esame pazzesco, perché il presidente di commissione non aveva apprezzato il mio tema. Avevo scelto quello di filosofia, su Hegel, ma chi mi stava davanti non era un sostenitore di questo filosofo.

Che cosa ti ricordi dei tempi delle scuole superiori?
È stato uno dei periodi più belli della mia vita, non ho mai fatto sega, anche se non avevo studiato, perché mi piaceva anche sentire l’adrenalina per l’interrogazione e poi amavo molto stare con i miei amici. La scuola è meravigliosa: si paga un biglietto all’inizio dell’anno, che poi sono le tasse scolastiche, e poi ci si diverte per 9 mesi! Ero un tipo vivace, sono stato anche bocciato per la condotta.

Come ti sei preparato per l’esame?
Io ed il mio compagno di banco avevamo inventato il metodo di studio del “pettegolezzo”. Ognuno di noi leggeva delle monografie su un filosofo, e poi la sera ci incontravamo nel cortile, e come la gente parla male dei vicini, noi parlavamo male dei grandi pensatori. Alla fine eravamo molto preparati perché l’avevamo persa come un divertimento. Anche al tema d’esame abbiamo fatto lo stesso gioco che avevamo fatto tutto l’anno. In pratica ognuno di noi prendeva una frase da un libro, estrapolata dal contesto, e il giorno dopo ci scambiavamo questa frase e la dovevamo inserire nel nostro tema, anche se non c’entrava nulla! Bisognava muovere il testo in modo da piazzare la citazione, una volta ho dovuto usare una pagina e mezzo del compito solo per introdurre la frase! Penso spesso a questo nostro passatempo, perché per il tipo di lavoro che faccio adesso si tratta sempre di mettere il messaggio in una scena e fare in modo che questo arrivi.

Ricordi qualche professore in particolare?
Con alcuni insegnati ho avuto un ottimo rapporto. Ho anche rivisto di recente la mia professoressa di greco (ho fatto il liceo classico a Siracusa) per ripassare gli accenti per una scena di un film in cui impersonavo uno studente che legge la sua tesi in lettere classiche.

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