Liceo Righi, ex allieva ebrea: “Quel docente prese di mira anche me”. E alcuni ex studenti scrivono alla preside

Il docente: “Lo studente si sente scosso? Anche io, perché c’è un genocidio in atto”

Ci sono messaggi whatsapp contro Israele che sarebbero riconducibili al docente di storia del liceo Augusto Righi di Roma accusato dalla famiglia di uno studente minorenne italo-israeliano di religione ebraica messo alla berlina in un tema dato in classe. Ora sul tavolo della preside Cinzia Giacomobono è arrivata una lettera firmata da una ventina di ex studenti in cui trapela che il docente già in passato si sarebbe macchiato di atteggiamenti discriminatori. “Sebbene crediamo nell’importanza della libertà di espressione e della libertà accademica, ci sono stati numerosi episodi in passato, alcuni dei quali i nostri ex compagni di classe hanno definito al limite dell’antisemitismo”. E poi ancora: “Le azioni recenti del professore non sono isolate e sollevano gravi preoccupazioni riguardo ai suoi metodi di insegnamento e all’impatto sugli studenti, in particolare quelli di origine ebraica, che già in passato si sono sentiti attaccati e alienati nella sua classe”, scrivono gli ex studenti.

Il comportamento del docente al vaglio dell’Ufficio scolastico

Il docente intanto è finito nel mirino dell’Ufficio scolastico regionale per il presunto tema provocatorio che avrebbe proposto agli studenti sulle “ragioni di Israele” nell’attuale conflitto nella Striscia di Gaza, da realizzare mettendosi nei panni dello studente di origini israeliane. “Non c’è stato alcun tentativo di danneggiare o attaccare il giovane per la sua posizione”, aveva spiegato il docente a Repubblica Roma. “Non ho scritto niente di diverso rispetto a quanto ha detto lui ai suoi compagni“, aggiunge. Le polemiche però non accennano a placarsi e la dirigente scolastica ora sta indagando per verificare se il professore abbia violato il codice di condotta dell’istituto. Il professore però rivendica la sua “libertà di insegnamento”, ribadendo che secondo lui il problema di fondo della recente avanta militare di Israele in Medio Oriente resta “l’occupazione di Israele, che si comporta da potenza colonizzatrice”. E anche di fronte alle difficoltà del ragazzo, messo alla berlina davanti ai compagni di classe, il docente non sembra avere particolari rimorsi: “Si sente scosso? Anche io, perché c’è un genocidio in atto“.

Una versione in netto contrasto sia con il tenore della nota diramata ieri dai compagni di classe dello studente coinvolto, in cui negano che ci siano stati comportamenti lesivi da parte del professore. “Non ci è mai stato assegnato alcun tema dal docente, tantomeno sulle posizioni prese dal nostro compagno”, sostengono gli studenti. Non solo, ma quanto all’allievo italo-israeliano che sarebbe stato preso di fatto di mira dal professore come “controparte” di una contesa virtuale sulla guerra, gli alunni del Righi fanno sapere ora che “quest’ultimo non è mai stato chiamato a sostenere le ragioni di Israele, ma anzi se ha espresso il suo punto di vista riguardo la questione palestinese è stato unicamente per sua volontà, e mai il professore ha assunto comportamenti lesivi della dignità della sua persona”. Insomma, la classe – o quanto meno la sua maggioranza – sembra prendere decisamente le difese del docente.

L’ex alunna: “Presa di mira perché ebrea”

Come racconta Open tra i firmatari della lettera c’è un’ex alunna di religione ebraica che ha avuto dei trascorsi con il prof. “Per lui il conflitto israelo-palestinese è sempre stato un tema caldo, che entrava a pieno regime nel programma scolastico tramite documentari, film, libri e articoli sul tema che ci assegnava come compiti per casa o argomenti di interrogazione”, racconta la ragazza, che preferisce mantenere l’anonimato. “Le sue lezioni, pur avendo un taglio politico ben preciso, me le sono sempre fatta andare bene. Fino a quando, però, ha iniziato ad avere atteggiamenti sempre più provocatori nei miei confronti”. L’ex alunna riferisce, infatti, che durante le lezioni veniva chiamata in causa a più riprese da parte del docente, con atteggiamento conflittuale. “Sono stata zitta per molto tempo perché ero intimorita dal suo ruolo di docente, ma un giorno di fronte a frasi come “Voi ebrei volete solo fare le vittime”, mi sono sentita di dirgli che non è antisionista, lei è proprio contro gli ebrei”.

Un episodio simile le capitò con lo stesso docente all’esame di Maturità. “Consapevole del professore che mi sarei trovata davanti, io mi sono presentata all’esame di maturità pronta su tutto il materiale che durante l’anno ci ha dato. Una volta arrivato il suo turno, mi ha chiesto di raccontare un film che ci aveva dato da vedere in cui si narrava la storia di alcuni soldati israeliani che avevano occupato la casa di una famiglia palestinese. Io ho spiegato tutto, finché lui mi ha chiesto esplicitamente quale fosse il mio pensiero sul conflitto israelo-palestinese”. A quel punto la ragazza, ricorda, cerca di rispondere senza dare spazio a possibili polemiche “restando sul piano umano e condannando i crimini di guerra da entrambi i lati». Una risposta che al docente tuttavia non basta. “Non facciamo i diplomatici” mi ha risposto lui. Un’altra docente ha tentato di mediare dicendogli che la risposta poteva bastare, ma lui ha voluto continuare”, aggiunge l’ex studentessa. “Io gli ho detto che ero disponibile a rispondere a domande del programma, ma che se voleva un confronto o dibattito sul tema non era quello lo spazio adatto perché il tempo non sarebbe bastato. A quel punto si è fermato. Quando ho concluso l’esame, sono uscita dall’aula e ho sentito i professori che lo sgridavano per l’atteggiamento provocatorio che aveva avuto nei miei confronti”.

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