L’esercito dei precari nelle scuole italiane diminuisce ma non troppo: sono ancora 175 mila

Su 800 mila docenti che insegnano nelle scuole italiane ben 175 mila sono ancora precari. A denunciarlo è il sindacato GILDA: “Apprezziamo lo sforzo fatto dal ministro Bianchi ma non è ancora abbastanza”.
Prof con la valigia

“Riconosciamo al ministro Bianchi un grande sforzo per avere tutti gli insegnanti in cattedra al suono della prima campanella, ma non possiamo certo dire che la scuola sia iniziata con tutti i posti coperti”. Lo ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, intervistato questa mattina a Coffee Break, su La7.

“L’anno scorso i precari in servizio erano 214 mila mentre adesso ne contiamo 175 mila: si tratta comunque di cifre notevoli se si considera che i docenti in Italia sono 800 mila. La verità – ha proseguito Di Meglio – è che lo Stato non riesce a far camminare a ritmo regolare la macchina dei concorsi che, di fatto, è rimasta bloccata per 9 anni. Così è inevitabile che si crei una pletora di precari che poi, giustamente, rivendica il diritto alla stabilizzazione”.

Di Meglio ha parlato anche delle retribuzioni, sottolineando la loro inadeguatezza rispetto alla mole di lavoro e agli impegni richiesti ai docenti in termini burocratici, di studio e di formazione e rilevando come gli stipendi degli insegnanti italiani ammontino a meno della metà di quelli dei colleghi tedeschi. “Nel Pnrr non sono previste risorse da destinare all’aumento stipendiale che, invece, dovranno necessariamente essere stanziate dalla legge di Bilancio in vista del rinnovo contrattuale. Aumento delle retribuzioni e snellimento della burocrazia rappresentano le prossime battaglie che la Gilda intende affrontare”, ha detto il coordinatore nazionale.

In conclusione, Di Meglio ha parlato anche di edilizia: “Quello degli edifici fatiscenti, degli spazi inadeguati e della carenza di aule è un vulnus inaccettabile perché riguarda l’incolumità di alunni e docenti- ha spiegato- Da anni i ministri che si succedono a viale Trastevere annunciano opere di edilizia scolastica che poi, però, non si realizzano a causa del cortocircuito che si innesca tra governo ed enti locali nell’assegnazione e nella gestione delle risorse”.

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