L’idea di un salario minimo garantito ”dal punto di vista analitico e’ giusta, perche’ la disoccupazione e la crisi economica di molti Paesi europei hanno messo tante famiglie in condizione di estremo disagio, ma noi non ne abbiamo bisogno, perche’ il sistema dei contratti collettivi e’ gia’ sufficientemente garante e flessibile”.
L’economista Carlo Dell’Aringa, candidato del Pd alle politiche, commenta cosi’ l’ipotesi di un salario minimo europeo avanzata dal presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker e, intervistato dal Mattino, spiega che ”il problema al limite puo’ riguardare solo i precari”.
”I precari andrebbero tutelati da un livello minimo di retribuzioni, e devo riconoscere che almeno in parte la riforma Fornero da’ risposte prevedendo il rinvio a retribuzioni molto simili a quelle dei contratti collettivi”, dice Dell’Aringa. ”Il nodo, pero’ resta quello fiscale. E’ da qui che si deve ripartire”. Le condizioni per l’abbassamento della pressione si creano con ”strumenti di crescita. Serve piu’ Europa – sottolinea l’economista – e cio’ vuol dire piu’ competitivita’, unione bancaria, meno vincoli intesi come freno alla crescita”.
Sul piano nazionale, aggiunge dell’Aringa, bisogna puntare su ”tracciabilita’, dismissione del patrimonio pubblico e tagli non lineari alla spesa pubblica”. Quanto all’Imu, ”deve essere resa piu’ progressiva anche sulla prima casa. Chi piu’ ha piu’ paga: questo e’ il principio costituzionale che il Pd fara’ rispettare”.