A pochi giorni dall’insediamento alla guida dell’università di Tor Vergata abbiamo incontrato Renato Lauro, che governerà il secondo ateneo romano fino al 2011.
Ecco uno stralcio dell’intervista completa pubblicata sul magazine in edicola.
Professore, cosa ha in mente per il futuro dell’ateneo, quali saranno i primi provvedimenti del suo mandato?
Intendo far crescere questo ateneo sia dal punto di vista strutturale sia valorizzando le risorse che ci sono qui dentro. Istituzionalmente parlando, la ricerca e la didattica sono le due attività più importanti: per questo vanno valutate e analizzate e sicuramente dovranno essere razionalizzate perché l’università ha il compito di rispondere alle esigenze della società. Vale a dire preparare delle figure professionali eccellenti che poi trovano uno sbocco lavorativo: per fare questo occorre investire nell’alta formazione, nella formazione post laurea come il dottorato, e nella ricerca.
Tor Vergata attualmente conta 124 corsi di laurea, tra triennali e specialistici: ha intenzione di ridurli?
Dire che ne voglio togliere 20, 30 o 40 sarebbe una maniera rozza di procedere: bisogna valutare la consistenza e le finalità di questi corsi, l’effettiva spendibilità nel mondo del lavoro dello specifico percorso di studi. Detto questo, sicuramente ci sarà una riduzione dei corsi di laurea anche sulla base del numero degli studenti che li frequentano, in modo da razionalizzare l’offerta formativa.
Quali sono i problemi principali che vede davanti?
Innanzitutto c’è il nodo economico, che condiziona lo sviluppo e l’evoluzione qualitativa dell’ateneo: una grande attenzione va rivolta al reperimento dei fondi al di fuori di quelli che sono i finanziamenti classici attraverso il nostro ministero. Un secondo aspetto è che noi ancora siamo incompiuti: dobbiamo avere un Rettorato, realizzare la facoltà di Giurisprudenza, quella di Scienze, e ampliare alcune facoltà che ormai sono diventate inadeguate in termini di spazio. Altro grosso problema è quello della mobilità; la metropolitana che è stata promessa tante volte ma non è mai arrivata: è certamente motivo di difficoltà di collegamento e quindi condiziona abbastanza la vita di questa università in quest’area romana.
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