La crisi cambia le scelte dei ragazzi: “serve più orientamento”

La crisi sta cambiando le scelte dei ragazzi. Ci si iscrive meno all’università e usciti dalla scuola si punta subito a un impiego stabile (e non importa se poco coerente con il percorso di studi fatto).

L’indagine sui diplomati 2012 realizzata da AlmaDiploma, che verrà presentata oggi al ministero dell’Istruzione, mette in luce almeno due aspetti, su cui riflettere. Il primo è che il 42% dei neo diplomati è pentito del percorso di scuola superiore fatto; e c’è una quota di indecisi troppo alta (16%).

E ciò si ripercuote sull’università: al primo anno si perde per strada il 18% delle matricole. L’Italia non può più permettersi un simile spreco di risorse umane; e ha ragione il ministro Profumo a voler anticipare l’attività di orientamento prima della fine della scuola superiore. Per aiutare i ragazzi a capire bene la strada da intraprendere, senza perdere tempo prezioso.
C’è poi da capire perchè il 24% dei neo diplomati, se potesse tornare indietro, compirebbe studi che preparino meglio al mondo del lavoro. Di qui l’importanza di rivedere l’offerta formativa, rivalutando, in particolare, gli istituti tecnici e professionali, che rappresentano anche i settori in cui è più forte il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Con aziende che cercano, ma non trovano. Eppure negli indirizzi tecnici il 35% dei diplomati intervistati da AlmaDiploma vorrebbe solo lavorare, una percentuale che sale addirittura al 53% nei percorsi professionali. C’è da annodare, e meglio, filiere produttive e filiere formative; e trovare forme di collaborazioni più strette tra scuola, università e mondo del lavoro. Per ridurre un altro “spread”, oggi soprattutto non più tollerabile.

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