“Ho scritto quella circolare soppesando ogni termine. Sono molto stupita dalla violenza verbale che mi ha coinvolto, a maggior ragione da quella usata contro di me dall’Unione degli Studenti. C’è sempre un limite all’insulto”. Così in un’intervista al Corriere dell’Università parla Elena Donazzan, assessore veneto all’Istruzione, dopo le polemiche sui fatti di Charlie Hebdo. L’8 gennaio l’Assessore aveva pubblicato una circolare da inviare in tutte le scuole della regione in cui difendeva i principi occidentali e invitava, nella fattispecie, i genitori dei bambini islamici a riflettere sui fatti di Parigi. “Razzista, islamofoba ed escludente”, questo il commento degli studenti. Ora ospitiamo la replica della Donazzan.
Come risponde alle accuse degli studenti?
“Ho scritto quella circolare soppesando ogni termine. Sono molto stupita dalla violenza verbale che mi ha coinvolto, a maggior ragione da quella usata contro di me dall’Unione degli Studenti. C’è sempre un limite all’insulto”.
Cosa le ha dato più fastidio?
Quello che più mi ha dato fastidio, nella fattispecie, è la volontà di attaccarsi a singoli errori di battitura (che ci possono stare, quando scrivi con un iPad) e, soprattutto, la strumentalizzazione delle mie parole. Gli studenti non hanno voluto confrontarsi sul fatto in sé, non sono andati al nocciolo della questione, e cioè un vile attentato terroristico a Parigi compiuto da estremisti islamici.
Quindi ribadisce quanto scritto.
Penso che questa sia una battaglia fondamentale non solo per l’Occidente intero, ma per le nostre stesse vite. Dobbiamo smetterla con auto-assoluzioni consolatorie. Anzi, vorrei rivolgere proprio qui il mio messaggio agli studenti: “Ho sentito tanta massificazione dell’ipocrisia da parte loro”.
Ha sentito il MIUR? Ha parlato anche con loro?
Il ministero, nella figura di Daniela Beltrame mi ha espresso tutta la sua solidarietà.
Perché il riferimento a quello specifico caso di cronaca all’interno della circolare?
Penso che il tipo di approccio culturale si possa sviluppare attraverso mille segnali diversi. Nello specifico, quel caso per me è sintomatico. Se vuoi stare in Italia non puoi girare con un coltello a 16 anni. Ci sono delle regole”.
E la frase “non tutti gli islamici sono terroristi ma tutti i terroristi sono islamici“?
Non sono solo io a ribadirlo, anzi. Lo stanno scrivendo in molti, compresi diversi editorialisti di area cattolica sul Corriere della Sera. Ribadisco che a mio modo di vedere non ci deve essere confusione tra estremismo e Islam moderato: i primi a prendere le distanze devono essere proprio gli islamici moderati!
Lei ha subito anche attacchi personali.
Da tempo, come Assessore del Veneto, vivo una situazione particolare a causa di un cittadino marocchino che gestisce una serie di siti e pagine legate all’Islam. Pochi giorni fa, dopo la bufera che si è scatenata, egli ha invocato la giustizia divina sulla mia figura. Ecco, dopo questi episodi mi aspetto soprattutto messaggi di solidarietà, proprio da quegli studenti che invocano a gran voce il principio della libertà.
Raffaele Nappi
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