Il 'trabaccolo' diventa nave scuola

Recuperata a Venezia barca per il trasporto delle merci pesanti

Il sogno di recuperare uno dei simboli della tradizione marittima veneziana degli ultimi due secoli che rischiava di scomparire, quello di una grande imbarcazione a due alberi per il trasporto di merci pesanti in Alto Adriatico, il “trabaccolo”, andato in disuso negli anni ’60, e farne una nave scuola lungo la rotta che porta verso l’Istria ha un nome, “Il Nuovo Trionfo”, le sembianze di un gruppo di sette amici e un mutuo iniziale di oltre centomila euro.

La realtà di quel “sogno” è all’ancora alla Punta della Dogana, dove il Canal Grande si apre sul bacino, ed è una barca lunga 17 metri che pare uscita da una cartolina d’inizio ‘900, quando le acque della laguna erano lisce e all’orizzonte verso Can Marco c’era qualche piroscafo e non le navi da crociera grandi come grattacieli. “Quando abbiamo saputo che il trabaccolo era in vendita – spiega Massimo Gin, presidente dell’associazione no profit ‘Compagnia della marineria tradizionale Il Nuovo Trionfo’ – ci siamo messi assieme in sette per acquistarla con lo scopo di riuscire a farne una imbarcazione aperta alle scolaresche e ai tanti appassionati della tradizione marinara lagunare”. Un desiderio di pochi che è diventato la volontà di molti, visto che negli anni il numero dei soci dell’associazione si è allagato e ha superato le 140 adesioni. Sull’albero a poppa c’è una targa con i primi cento sostenitori e accanto ai nomi di privati, veneziani e non, ci sono quelli di diverse associazioni e realtà cittadine.
Varato nel 1926 a Cattolica, protagonista di una storia segnata dal trasporto di merci pesanti, adeguamenti alle esigenze dei tempi – con l’installazione del motore o di una benna per l’escavazione di ghiaia e sabbia dal fiume Isonzo nel dopoguerra – rischi di messa in disarmo e passaggi di proprietà, fino ad un ingegnere viennese, appassionato di nautica, che lo trasformò in barca da diporto e lo mantenne fino al 2007, “Il Nuovo Trionfo” è tornato in acqua dopo un lungo parziale restauro conservativo ed è di fatto “l’ultimo trabaccolo ancora navigante in laguna – dice Gin -. Nell’alto Adriatico versante italiano è assieme ad altre due barche, una a Grado e l’altra a Cesenatico”.
In questi mesi estivi è tempo di piccoli lavori e di messa a punto di programmi che guardano soprattutto al raggiungimento di accordi con le scuole per portare i bambini a bordo. Abbiamo già fatto esperienze – sottolinea il presidente dell’associazione no profit – con alcune centinaia di alunni. A bordo si svolge una lezione di un’ora per spiegare la vita del trabaccolo, la sua funzione nella storia lagunare, le vele e i nodi. Il momento più emozionante? Quando c’è una scherzosa ‘prova di coraggio’: uno alla volta entrano in stiva ed escono da un boccaporto a prua. In quel momento ‘Il Nuovo Trionfo’ è di ognuno di loro”.
ansa

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