Messa: creare rete tra Comunità scientifica, accademica, istituzioni culturali e territori, per gestire al meglio le risorse europee in arrivo
«È un momento di grande responsabilità nel quale è fondamentale che il mondo dell’università lavori insieme al mondo degli enti di ricerca e della cultura. Fare ricerca, come dice Papa Francesco, è faticoso; la ricerca richiede rigorosità, disciplina, richiede di saper perseguire i propri scopi con alti e molti bassi, ma dà opportunità e speranza alle nuove generazioni, insegna a usare metodi, severi e impegnativi, ma che spingono al confronto e consentono di risolvere conflitti».
Così il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, oggi all’Università degli Studi di Teramo per aprire il Meeting internazionale “La Scienza per la pace”.
«La rete che riusciremo a creare sarà quella che ci consentirà di vedere, nei prossimi anni, i frutti degli investimenti che stiamo facendo oggi» ha aggiunto il Ministro. «Siamo il Paese che ha ricevuto più fondi dal Recovery Fund, ora dobbiamo dimostrare non di saperli usare e basta, ma di saperli usare bene. Per farlo serve veramente una comunità non solo scientifica e accademica, ma anche istituzionale: i territori, che non dobbiamo dimenticare, devono rendersi parte attiva, devono decidere dove andare e mettere a regime tutte le risorse che hanno».
«Ci sono lezioni recenti che abbiamo imparato e che sono fondamentali e c’è un clima diverso, che si sta creando e che dobbiamo condurre a un punto positivo. Con la pandemia il ruolo sociale della scienza è diventato più chiaro ed evidente a tutti, soprattutto in un Paese come il nostro che è sempre stato poco interessato alla ricerca. Oggi i cittadini credo abbiano più fiducia nella scienza, una fiducia che non deve essere sprecata».