Ieri sera il decreto legge 180 ha incassato la fiducia della Camera e tra poche ore diventerà legge. Con 302 sì, 228 no e 2 astenuti, il testo ora è all’esame finale dell’Aula. A favore si sono pronunciati i gruppi di Pdl e della Lega, contro le opposizioni dell’Idv, del Pd e dell’Udc. Ma cosa prevede il nuovo testo di legge sull’università?
Una nota del Ministero di lunedì scorso riassumeva così le novità apportate dal decreto:
Trasparenza nei concorsi
Reclutamento professori universitari
Le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando.
Reclutamento ricercatori
In attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facoltà che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverrà secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.
Inoltre “le università con una spesa per il personale troppo elevata (più del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune università (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le università che spendono più del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo”.
Ricercatori
Per favorire l’assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50%.
Delle possibili assunzioni presso le Università, almeno il 60% dovrà essere riservato ai nuovi ricercatori.
I concorsi di ricercatore già banditi fuori dal turn over
I bandi di concorso per posti da ricercatore già banditi sono esclusi dal turn over.
2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.
Gli enti di ricerca esclusi dal blocco delle assunzioni
Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che è entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche.
Nella nota si precisa che con “queste tre iniziative permetteranno di assumere 4000 nuovi ricercatori”.
Più finanziamenti alle Università migliori
Più finanziamenti (cioè il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Università migliori: quelle con offerta formativa, con qualità della ricerca scientifica, qualità, efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori.
Le università più virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario).
Borse di studio
Per la priva volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.
L’incremento di 135 milioni di euro sarà destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l’esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto già oggi.
65 milioni per nuove strutture per il 2009
1700 posti letto in più per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.
La reazione dell’Udu
Ma l’Unione degli universitari parla di lutto. “Un altro giorno triste per l’Università pubblica italiana – scrive l’Udu in una nota -, il suo destino viene deciso ancora una volta in maniera autoritaria e senza discussione attraverso un voto di fiducia sulla conversione di un decreto legge beffa. Il DL 180 è l’ennesima presa in giro che gli studenti universitari ed il mondo accademico tutto hanno dovuto subire. La risposta a mesi di mobilitazioni è stato un provvedimento che stanzia qualche spicciolo per il diritto allo studio come contentino a fronte di una politica sull’Università che porta alla distruzione del sistema formativo pubblico. Un contentino – continua la nota – dato da un Governo sordo alle opinioni degli studenti, che ritarda solo di alcuni mesi la messa in atto del suo progetto distruttivo per poter ancora una volta, come già ha fatto in occasione della Legge 133/08, agire nel momento in cui le aule universitarie sono deserte”.
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