Habemus Governo

Una giornata politica intensa, quella dedicata alla formazione del nuovo governo. Intorno alle 13 e 30 il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, annuncia che il Presidente del Consiglio incaricato, il neosenatore a vita Mario Monti, ha sciolto la riserva ed ha comunicato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la lista dei ministri che comporranno il sessantunesimo governo della Repubblica italiana. Sono:

12 ministeri con portafoglio:

Economia, Mario Monti (interim)
Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata
Interno, Anna Maria Cancellieri
Giustizia, Paola Severino
Difesa, Giampaolo Di Paola
Sviluppo-Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera
Agricoltura, Mario Catania
Ambiente, Corrado Clini
Lavoro, Politiche Sociali, con delaga Pari Opportunità, Elsa Fornero
Salute, Renato Balduzzi
Istruzione, Francesco Profumo
Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi

5 ministeri senza portafoglio:
Affari Europei, Enzo Moavero Milanesi
Turismo-Sport, Piero Gnudi
Coesione Territoriale, Fabrizio Barca
Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda
Cooperazione Interna e Internazionale, Andrea Riccardi

Scompare quindi, il Ministero della Gioventù.

Dopo aver letto la lista dei ministri, Monti ha rilasciato poche dichiarazioni, in particolare ha sottolineato che l’accorpamento dei ministeri dello sviluppo economico, insieme a infrastrutture e trasporti: “è stato fatto per mettere più al centro iniziative coordinate per lo sviluppo”. E, dopo aver rivolto un ringraziamento al Presidente uscente Silvio Berlusconi e al Presidente Napolitano, si è detto certo di poter contribuire al rasserenamento del clima politico, ed ha posto l’accento sulle scelte compiute che ha dichiarato: “ci fanno sentire sicuri del lavoro che abbiamo fatto”. Un Monti sereno ed anche di spirito di fronte ai giornalisti.

Appena salito in macchina, notiamo il neo Presidente già al telefono e con un sorriso eloquente, probabilmente dall’altra parte del telefono c’è la persona più importante per Monti: Elsa Antonioli, la moglie.

Nel pomeriggio poi, tutti di nuovo al Quirinale per il giuramento. Una cerimonia tradizionale, nel salone delle feste, con l’abituale bolgia di telecamere e giornalisti che tentano di guadagnare il front line.

Giuramenti di rito, e il Presidente della Repubblica che si concede ai giornalisti per qualche domanda. I mercati intanto rispondono contrastati, con Milano che dopo un’apertura in ribasso, vira al rialzo, chiudendo con un più 0,80 e con lo spread a quota 520 punti.

Tanti problemi da affrontare dunque, dalla crisi economico finanziaria, alla dilagante disoccupazione giovanile e un riequilibrio sociale da mettere in campo, senza più rimandi. Molto difficile come compito, ma non impossibile.

Mariano Berriola

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