Governo, tutte le tappe della formazione: si inizia domani alle 10 con la prima riunione del nuovo Parlamento

Domani il primo atto formale dei nuovi eletti della XIX legislatura sarà la votazione dei presidenti di Camera e Senato. Buio ancora sui nomi, come lo è anche su quello dei ministri del nuovo esecutivo a guida Fratelli d’Italia.

Ieri i nuovi eletti si sono riuniti per la prima volta a Montecitorio e a palazzo Madama, le due sedi del Parlamento italiano di Camera e Senato. Domani, invece, la prima convocazione ufficiale è prevista per le 10 della prima seduta ufficiale alla Camera dei Deputati, mentre al Senato sarà alle 10:30. Primo obiettivo eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento, nella scorso legislatura le poltrone erano occupate dall’esponente 5Stelle non ricandidato, Roberto Fico per la Camera e Elisabetta Casellati (Forza Italia) per il Senato.

Elezione presidenti

Di fatto sarà il primo banco di prova per la coalizione di centrodestra – e per il nuovo Parlamento ristretto con 200 senatori e 409 deputati -, la cui vittoria netta alle elezioni lascia un relativo ampio margine alle scelte nelle aule parlamentari. Non solo. L’elezione dei presidenti del Parlamento è anche il primo passaggio formale e istituzionale necessario a consentire di poter avviare le consultazioni al Quirinale con i colloqui che, per prassi costituzionale, prendono il via con i presidenti emeriti e subito dopo con i presidenti delle camere. Di fatto, però, le consultazioni sono partite dal 26 settembre (e probabilmente ancor prima), all’interno della maggioranza, non portando, fino ad oggi, nessun concreto risultato sulla rosa dei nomi da presentare al presidente Mattarella.

Convocazioni

L’Aula di Montecitorio è convocata domani alle 10: dopo la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e quindi la proclamazione dei deputati eletti, prende il via la votazione per eleggere il nuovo presidente. La prima seduta sarà presieduta da Ettore Rosato (Iv), vice presidente anziano nella scorsa legislatura e firmatario della legge elettorale tanto bistrattata cosidetta “Rosatellum”. Si vota a scrutinio segreto e viste le maggioranze richieste nelle prime tre votazioni (dei due terzi dei componenti della Camera, inserendo tra i voti anche le schede bianche), l’elezione è attesa dal quarto scrutinio in poi quando basterà la maggioranza assoluta (201 voti). I numeri non spaventano alla Camera la maggioranza che dispone di 237 deputati, entro venerdì si saprò il nome del presidente.

Al Senato, invece, a presiedere la prima seduta molto probabilmente sarà Liliana Segre, dato che il presidente emerito Giorgio Napolitano non potrà adempiere al compito per problemi di salute. La maggioranza qui è di 104 senatori, il centrodestra ne ha 113 quindi non dovrebbe avere problemi di sorta dato che si vota subito a maggioranza assoluta. Se dopo tre sedute non si eleggerà nessuno, si procederà al ballottaggio tra i due candidati che hanno ricevuto il numero maggiore di preferenze.

Nel weekend la costituzione dei gruppi parlamentari

Il passaggio successivo vedrà la costituzione dei gruppi parlamentari, con la comunicazione di deputati e senatori alla preasidenza rispetto al gruppo a cui aderiscono. Tale procedura è prevista nel weekend, partendo dalla giornata di sabato. L’ultimo atto formale, prima dell’avvio delle consultazioni, sarà la convocazione dei gruppi per procedere all’elezione dei capigruppo che, poi, insieme ai leader di partito, saliranno al Colle per essere ascoltati dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Dalla prossima settimana, insomma, inizierà la vera partita per la fomrazione del nuovo governo di centrodestra che sarà guidato da Giorgia Meloni, leader del partito di destra Fratelli d’Italia. Domani Corriereuniv.it sarà a Montecitorio per seguire lo svolgimento delle prime elezioni.

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