Giorno della Memoria, Mattarella: “ La Repubblica non tollererà ritorno antisemitismo”

Il discorso di Valditara: “Shoah negazione cdella persona che è il concetto cardine della civiltà occidentale”

Al Quirinale si è celebrato il Giorno della Memoria. Presenti il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni. Il titolo della celebrazione era: “I Giusti tra le Nazioni”. Nel salone dei Corazzieri c’erano anche, tra gli altri, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, i ministri Antonio Tajani, Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Gennaro Sangiuliano, Giuseppe Valditara e Andrea Abodi. In prima fila anche i vertici della comunità ebraica, tra cui il presidente Victor Fadlun, Antonella Di Castro e Mario Venezia alla guida del museo ebraico di Roma. Accanto a loro Sami Modiano, superstite dell’Olocausto.

Il discorso di Mattarella

Nel suo discorso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha citato Primo Levi: “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”. “Con queste parole”, ha spiegato Mattarella, “Levi scolpiva il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime del più grave sterminio, organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità”. La Shoah, ha detto ancora il presidente, è stato “il più abominevole dei crimini, per gravità e per dimensione – il genocidio di milioni di persone innocenti – commesso a metà dello scorso secolo nel cuore della civile Europa, dove già da molto tempo gli ideali di libertà, di rispetto dei diritti dell’uomo, di tolleranza, di fratellanza, di democrazia si erano diffusi, venivano proclamati e largamente praticati”.

Mattarella assicura che la “Repubblica italiana” “non tollererà in alcun modo minacce, intimidazioni e prepotenze” nei confronti delle “comunità ebraiche”, ma lancia anche un appello affinchè “odio e intolleranza” non prendano il sopravvento. In nessuna parte del mondo. Celebrando i ‘Giusti’, osserva come loro, non solo sconfissero “paura e indifferenza”, ma indicarono anche “una strada diversa da odio e oppressione” spinti dal “senso di umanità”.

Un monito rivolto anche ad Israele a perseguire “la strada della pace” contro “ogni guerra”, “violenza” e “sopraffazione”. Mattarella condanna con forza quanto avvenuto il 7 ottobre ad opera di Hamas che definisce la “raccapricciante replica degli orrori della Shoah” e manifesta solidarietà a Israele (“Noi sempre impegnati per la sua sicurezza”). Ma esprime anche “angoscia” sia “per gli ostaggi”, sia “per le numerose vittime tra la popolazione civile palestinese nella striscia di Gaza. Tante donne e bambini”. Ma nel ‘Giorno della memoria’ arriva anche la decisione della Corte dell’Aja di non archiviare l’accusa di genocidio formulata nei confronti di Israele dal Sudafrica. Una decisione “che fa male”, commenta la presidente dell’Unione Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni, presente anche lei al Quirinale. 

Il discorso del ministro Giuseppe Valditara

“Mi sono posto spesso una domanda che mi porto dietro da quando ho visitato l’inferno di Auschwitz e ancor prima, da quando da ragazzo andai in visita al campo di Dachau. Come spiegare la tragedia suprema, la tragedia non riscattabile? L’unica risposta che sono riuscito a darmi è che questa prima ancora che una tragedia dell’Umanità è stata una tragedia di uomini. Di madri, di padri, di figli, di uomini, di donne, di bambini, di milioni di persone ognuna delle quali custodiva un universo, milioni di milioni di possibilità mai esplorate, di progetti mai avverati, di incontri mai avvenuti, di sogni mai rincorsi. La Shoah è stata la negazione della persona. Persona: concetto cardine della civiltà occidentale che venne calpestato proprio nel cuore dell’Occidente. Persona valore costituzionale sommo per la nostra Carta”.

  

“Al Memoriale di Auschwitz-Birkenau, tra i mille segni dell’orrore, c’è una gigantesca teca che contiene soltanto scarpe di bambini. Le guide indicano il loro numero in circa 80mila. Sono riuscito a fissarne alcune, immaginando la vita di chi le aveva indossate. Un volto, un sorriso, una storia, un progetto di donna e di uomo, un bambino. Un bambino la cui perdita è una perdita incommensurabile. Ho provato a moltiplicare quella perdita per tutte le scarpe accatastate, ma il calcolo è impossibile, quel che avvenne ad Auschwitz e negli altri campi non è calcolabile, è una vertigine, la vertigine dell’assurdo puro che si fa realtà quotidiana, addirittura meccanismo spersonalizzante. Ma in questa tragedia non vi è niente di impersonale, la tragedia sta in tutte quelle persone cui abbiamo rinunciato, in nome dell’ideologia totalitaria, statolatrica, razziale”  

“Dobbiamo ricordarcelo anche noi italiani, perché non possiamo dimenticare che migliaia di ebrei furono internati e sterminati a causa del colpevole collaborazionismo del regime fascista, che favorì la loro deportazione. Non dobbiamo dimenticare l’infamia delle Leggi Razziali, ed è con questo spirito che abbiamo voluto inaugurare al Ministero dell’Istruzione e del Merito una targa in memoria degli studenti, dei docenti, di tutti i dipendenti scolastici espulsi dalla scuola italiana in quanto ebrei”.

“La persona, e questo è l’altro versante della Memoria, il miracolo della speranza pure nella tragedia più insondabile, può rappresentare anche lo scoglio residuo di senso a cui aggrapparsi di fronte alla marea dell’insensato, l’unico, estremo argine all’orrore dominante. Ce lo mostra definitivamente la storia dei Giusti tra le Nazioni, su cui molto opportunamente si sofferma la riflessione di questo Giorno. La storia di quegli uomini e quelle donne che non girarono lo sguardo, che misero in gioco tutto, compresa la loro vita, per salvare le vite che stavano per essere sommerse dalla barbarie”.

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