Gianni Letta, dottorato honoris causa in Sapienza

Allo storico braccio destro di Silvio Berlusconi verrà conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Diritto pubblico, comparato e internazionale

Gianni Letta diventa ricercatore alla Sapienza di Roma. Ad honorem, si intende. Al politico e giornalista abruzzese, storico braccio destro di Silvio Berlusconi, verrà conferito il dottorato di ricerca honoris causa in Diritto pubblico, comparato e internazionale il 29 settembre nella Sala Senato del Rettorato.

Eppure il dott. Letta è uno che la ricerca l’ha sempre fatta sul campo, difficile immaginarselo dietro una scrivania che non sia quella in noce della presidenza del Consiglio dei ministri, dove ha ricoperto sempre il ruolo di sottosegretario nei governi Berlusconi. L’amico fidato, il consigliere insostituibile, una sorta di Mr. Wolf di tarantiniana memoria “prestato alla politica ma che non fa politica”, sono parole sue.

Nasce da padre avvocato ma inizia a lavorare da giovanissimo come giornalista. Prima in provincia – ad Avezzano scrive di calcio – poi come cronista al Tempo. Fa la scalata all’interno del quotidiano romano: a 36 è direttore amministrativo, a 38 è direttore del giornale. Ruolo che ricoprirà per quindici anni. Intanto diventa l’uomo di Silvio Berlusconi nella nuova Fininvest. Gianni Letta conosce tutti a Roma. Ed è per questo che il fondatore di Forza Italia lo vuole sempre al suo fianco, fin da subito, anche se il nostro, insieme ad altri fidati, gli aveva suggerito di non entrare in politica.

L’appellattivo di “zolletta” – per via del suo essere sempre compiacente – gli calza a pennello, Letta è benvoluto da tutti, anche ai vertici più alti dello Stato. E non solo: piace molto anche in Vaticano. Sempre pronto a stemperare gli animi del far west politico, è l’uomo alla destra del Padre, o alla sinistra in base alla convenienza del momento. Un diplomatico candido che ha sempre affermato di “non aver fatto mai politica. Sono sempre stato un amministratore senza faziosità o spirito di appartenenza. Mai andato ad un comizio”.

Un’eminenza grigia, si sarebbe detto un tempo. Il nuovo dottoranto della Sapienza ha luci ed ombre nel suo curriculum, fin dai tempi della Fininvest. Era sempre lui nel 1993, in pena inchiesta “Mani pulite” sulle tangenti intascate dalla politica, che dichiarò al migistrato Antonio Di Pietro di aver versato, come vicepresidente Fininvest Comunicazioni, una settantina di miglioni all’allora segretario del PSDI Antonio Cariglia (reato amministiato nel 1989). Il suo nome spunta in molte inchieste della magistratura, dal traffico di influenze e denaro per rinnovare i contratti energetici nazionali, all’inchiesta sul Mose, agli appalti di holding di cooperative vicine alla lobby Comunione e Liberazione.

Leggi anche:

Total
41
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Università in presenza? Il ministro Messa è chiaro: "Solo con una percentuale attorno all'87% di vaccinati"

Next Article

Mancini si laurea: "Conferma valore sociale sport"

Related Posts