Firmate le nuove linee guida europee sull'istruzione superiore. Manfredi: "Garantire libertà pensiero accademico"

“EHEA è uno spazio dove studenti, docenti, studiosi e ricercatori possono muoversi liberamente per studiare, insegnare e fare ricerca. Nella nostra visione lo spazio rispetta i fondamentali valore dell’istruzione superiore, democrazia e rispetto delle leggi”. Questa l’introduzione del Comunicato di Roma approvato oggi dai ministri dell’Università e della Ricerca di 48 Paesi che negli anni hanno sottoscritto lo spazio comune europeo di istruzione superiore.

European Higher Education Area, concepita nel 1998 con il Processo di Bologna, è uno spazio di scambio di conoscenza e di apprendimento culturale che va dalla Spagna alla Russia, passando per la Turchia. Concretizzatosi nel 2010 e fortemente voluto quest’anno in risposta alla pandemia in corso e ai tragici eventi degli scontri in Bielorussia, la confernza, presiduta dall’Italia, si è svolta interamente online e ha visto l’ingresso di uno nuovo Stato membro, la Repubblica di San Marino. “Per me è un grande onore come ministro dell’Università e della Ricerca del Governo italiano accogliervi in questo spazio – ha affermato il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi -. Siamo consapevoli che ci sono cose da fare, ma siamo altrettanto consapevoli del sempre maggior coinvolgimento di studenti, docenti e personale della formazione superiore. Non solo per la visione decennale che ci prefissiamo ma l’insegnamento che la pandemia ci ha inculcato. cioè, che facciamo parte di una grande famiglia comune”.

L’evento nasce sotto il segno del Terzo Paradiso, una rielaborazione dell’infinito di Michelangelo Pistoletto: i cerchi laterali – simbolo dell’alterità, della diversità e dell’individualità – si incontrano e generano un cerchio più grande che rappresenta lo spazio dell’incontro, della sintesi creativa e dell’unità. “Per questo è sembrato il simbolo più adatto a rappresentare l’EHEA 2020 che non si lascia fermare dal difficile periodo della pandemia”, affermano gli organizzatori. “Se l’evento quindi deve rinunciare alla vicinanza fisica, non vuole però rinunciare ad essere una reale possibilità di incontro e un passo avanti nella costruzione di un dialogo”. Prima di essere un segno grafico, è il concetto che rappresenta la dinamica della nascita di un elemento nuovo dall’unione di diversi.

Inclusivita, innovazione, interconnessione. Sono le parole d’ordine del nuovo progetto che l’EHEA si prefigge di raggiungere entro il 2030. “Inclusività, perché ogni studente deve avere le stesse possibilità di accedere all’istruzione superiore ed essere supportato interamente durante il suo percorso di apprendimento. Innovazione, perché verranno introdotte nuove linee guida per l’apprendimetno e l’insegnamento. Con metodi innovativi che andranno sempre più verso la libera ricerca. Interconnessione, perché il futuro è la condivisione sempre maggiore di conoscenza, ricerca, condivisione del sapere tra studenti e ricercatori di tutti i Paesi aderenti.

Tra i ministri degli Paesi aderenti è Katrín Jakobsdóttir ha denunciare per prima i soprusi subiti da studenti e docenti in Bielorussia, con i repentini attacchi alle Università che la dittatura del presidente Lukashenko ha portato avanti negli ultimi mesi. E ricordando che “purtroppo non tutti i Paesi hanno fatto le dovute riforme per consentirci di essere più dinamici e produttivi. Mi appello ai miei colleghi per il loro impegno nel portare a termine questi obiettivi”. Anche il ministro norvegese Henrik Asheim esprime ” preoccupazione per le violazioni in Bielorussia, che sono inaccettabili. Dobbiamo proteggere docenti e studenti nell’esercitare tali diritti”.

C’è chi ricorda, poi, la problematica dei pochi studenti impegnati negli studi superiori. “Meno del 50% dei nostri studenti sono impegnati in studi superiori e questo non va bene. Dobbiamo credere di più alla formazione superiore, dovrebbe essere il compito pricipale delle nostre politiche. Usare le reti europe per questo sviluppo”, afferma il ministro potoghese Manuel Heitor. E se la Russia si dice “concorde sul nuovo patto per il 2030”, senza citare i fatti di Bielorussia, è Sejur Began, Consiglio d’Europa, ad evidenziare la problematica. “Quando abbiamo creato lo spazio europeo dell’istruzione superiore non avremmo mai pensato che il sistema universitario di alcuni Stati venisse messo sotto attacco – e incalza -. La Bielorussia stessa ha minacciato di non riconoscere i titoli studio stranieri nel loro spazio. I diritti non sono un optional per nessuno Stato di questo spazio”.

Della stessa opinione Andreas Keller (The trade unione federation and European social partner for education in Europe): “Dobbiamo condannare le dittature o quegli Stati che soffocano le aspirazioni accademiche come la Bielorussia. Dobbiamo fermare l’erosione dei contratti dei docenti e dare più sostegno al diritto allo studio per gli studenti. Soprattutto per il sacrificio e lo sforzo fatto da questa categoria durante la pandemia. E lo stanno facendo tutt’ora”. Mentre il ministro irlandese Simon Harris mette in evidenza come “i nostri istituti superiori devono portare cambiamenti radicali, non solo per il Covid 19, ma nello sviluppo di un approccio diversificato con nuovi percorsi che abbiano unità di apprendimento più piccole; con un ritmo che possa soddisfare i bisogni dei vari studenti”.

“I nostri valori fondamentali, ribaditi dal Comunicato di Roma, vengono disattesi (il riferimento è alla Bielorussia Ndr.), una ferita per i valori accademici e civili che ci unirono a Bologna 21 anni fa. Per questo riprendendo le stesse parole del Comunicato noi ci impegnamo a collaborare alla costruzione del nuovo spazio dell’istruzione superiore europea in nome dell’inclusione, interconnessione e equità. Garantiere la libertà e l’autonomia del pensiero accademico”, conclude Manfredi.

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