Finisce la scuola, ma si può riassumere un intero anno in un voto sulla pagella?

pagella studenti

Finisce la scuola e per molti genitori e alunni, un intero anno in classe si riduce a pochi numeri segnati sulla pagella. Ma il voto può rendere conto delle difficoltà affrontate dagli studenti (di qualsiasi età) nell’apprendere nozioni e metodi, nel confrontarsi con compagni e docenti?

No. Almeno secondo un’insegnante che, dopo aver consegnato le schede di valutazione ai genitori dei suoi ragazzi, ha postato sulla sua bacheca questo sfogo, ripreso da numerosi blog e riviste di settore:

“Non sono stata capace di dire no. No ai voti. Alla separazione dei bambini in base a quello che riescono a fare. A chiudere i bambini in un numero. Ad insegnare loro una matematica dell’essere, secondo la quale più il voto è alto più un bambino vale.

Il voto corrompe. Il voto divide. Il voto classifica. Il voto separa. Il voto è il più subdolo disintegratore di una comunità. Il voto cancella le storie, il cammino, lo sforzo e l’impegno del fare insieme. Il voto è brutale, premia e punisce, esalta ed umilia. Il voto sbaglia, nel momento che sancisce, inciampa nel variabile umano. Il voto dimentica da dove si viene. Il voto non è il volto.

I voti fanno star male chi li mette e chi li riceve. Creano ansia, confronti, successi e fallimenti. I voti distruggono il piacere di scoprire e di imparare, ognuno con i propri tempi facendo quel che può. I voti disturbano la crescita, l’autostima e la considerazione degli altri. I voti mietono vittime e creano presunzioni.

I voti non si danno ai bambini. In particolare a quelli che non ce la fanno. La maestra lo sa bene, perciò è colpevole. Per non aver fatto obiezione di coscienza”.

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