Esamopoli, parte il processo a Bari

 Un giro d’affari da 50.000 euro in 8 mesi, con un costo tra i 700 e i 3.000 euro per ogni esame superato. Parte con grandi numeri, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale, il processo chiamato “Esamopoli” sulla presunta compravendita di esami alla facoltà di Economia di Bari. Dopo la costituzione delle parti e le questioni preliminari, l’udienza è stata aggiornata al 6 maggio prossimo, quando inizierà l’esame dei testimoni.

I 32 imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso e rivelazione del segreto d’ufficio. Tra loro figurano docenti, dipendenti amministrativi dell’università, bidelli, studenti e genitori. Le indagini dei carabinieri, coordinate dalla pm Francesca Romana Pirrelli, avrebbero accertato l’esistenza di un’organizzazione gestita soprattutto dai bidelli, che ritiravano le bustarelle dagli studenti e facevano da tramite con i professori per la compravendita di esami e tesi di laurea.

Clienti tipo erano studenti fuori corso o stranieri, soprattutto greci, che per concludere in breve gli esami avrebbero preferito comprarli. A supportare le indagini, anche le dichiarazioni di un ex bidello che avrebbe avuto un ruolo nell’organizzazione. L’uomo avrebbe fatto luce sul meccanismo, facendo nomi e cognomi di coloro i quali avrebbero partecipato, tra cui anche noti professori dell’Ateneo barese. Le indagini, il 3 aprile 2009, portarono all’arresto di sei persone e ad altrettanti provvedimenti interdittivi. L’Università di Bari si è costituita parte civile.

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