Esami di medicina venduti per 2.500 euro: due arresti all’Università di Catania

esami di medicina falsificati

Esami di medicina venduti per 250 euro, laurea completa a 2.500. E’ scandalo all’Università di Catania, dove le forze dell’ordine hanno fermato due uomini, accusati di violare e modificare il sistema informatico d’Ateneo per certificare esami mai sostenuti.

I due, Giovanbattista Luigi Caruso e Giuseppe Sessa, sono dipendenti dell’Università siciliana: sopra di loro pende ora l’accusa di falso in atto pubblico, corruzione ed accesso abusivo al sistema informatico.

Ad incastrarli i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, che hanno presentato i risultati dell’indagine in una conferenza stampa proprio questa mattina. Le prime indagini erano partite lo scorso 26 ottobre: da lì si era capito che Caruso aveva la possibilità di accedere con una propria password al Centro Elettronico d’Ateneo per falsificare gli esami.

Sono due gli studenti, entrambi catanesi, che hanno beneficiato dell’aiuto elettronico. I carabinieri – come riporta livesicilia.it – non hanno voluto rivelarne l’identità, per non “esporli alla gogna mediatica”.

Su 37 esami 19 erano stati falsificati: la laurea era stata infatti conseguita con il massimo dei voti dal 28enne etneo, che non aveva in pratica mai sostenuto le 19 prove contestate. Anche i due studenti, però, saranno processati, anche se la loro confessione ne attenua la posizione giuridica.

Va detto, comunque, che l’Università etnea aveva avviato immediatamente un procedimento disciplinare nei confronti dei due dipendenti.

“In realtà è dal 2010 che sono in corso accertamenti sulle possibili falsificazioni degli esami: ed altre indagini sono in corso. Al momento – precisa Michelangelo Patanè, procuratore aggiunto della Guardia di Finanza – non vi sono docenti universitari impilati nella vicenda”.

“Abbiamo sin dall’inizio offerto la più ampia collaborazione alle forze dell’ordine e dei magistrati inquirenti affinché venisse fatta piena luce su una vicenda che abbiamo provveduto noi stessi a segnalare all’opinione pubblica e a denunciare alla magistratura – commenta il rettore dell’Università di Catania, Giacomo Pignataro. Continuiamo pertanto ad esprimere massima fiducia nell’operato della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza, offrendo il nostro sostegno per ulteriori indagini”.

“Siamo sinceramente dispiaciuti che ciò sia potuto accadere a seguito di illeciti commessi da personale dell’Ateneo, ma al tempo stesso ribadiamo che l’Università di Catania continuerà  ad operare e a vigilare concretamente affinché non si ripresentino altri casi analoghi, che vanno assolutamente condannati e severamente perseguiti”.

Si sospetta che l’inchiesta in corso sia solo la prima di una lunga serie, che coinvolga un vero e proprio sistema di falsificazione degli esami, soprattutto negli anni passati. Eppure, fa scandalo pensare che uno studente in medicina possa uscire a piede libero – e a pieni voti – con 19 esami inventati sul libretto…

Raffaele Nappi

 

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