Ecco quali saranno le future sfide tra i banchi di scuola

Siamo arrivati ad uno snodo importate nel mondo della scuola: il primo turnover generazionale da oltre un decennio. Nel bene o nel male, con tutti i ritardi possibili, tale cambiamento porterà un copro docente anagraficamente e culturalmente differente dal precedente. Come inciderà questo importante fattore sull’attività scolastica e quali saranno le sfide che andrà ad affrontare il mondo dell’istruzione in Italia?
Scuola elementare
Sarà la sfida dei prossimi anni: gli alunni provenienti da famiglie straniere (ma perlopiù nati in Italia) sono uno su quattro e il loro numero sta aumentando in modo esponenziale, causa la decrescita demografica degli italiani. In una scuola sempre più multiculturale è necessario che le maestre sappiano insegnare l’italiano anche a chi non è madrelingua. Come avviene già nei principali Paesi europei. L’ultima riforma ha introdotto la figura del docente di Italiano lingua 2 ma un percorso chiaro ancora non c’è. E comunque è previsto solo dalle medie in poi: il primo concorso sarà il prossimo, con l’aspettativa di avere in cattedra i primi insegnanti nel 2022.
La soddisfzione per la conoscenza dell’inglese di livello A1 alle elementari (92,4%) è subito spenta alla medie. Un sistema bloccato tra i vari livelli non è un sistema efficiente. Bisognerebbe dotarsi di insegnanti madrelingua o realmente bilingue.
Sport
Aprire le scuole allo sport insegnato da professionisti. Perché lo sport è molto più che movimento. È squadra, organizzazione, fair play, rispetto, conoscenza di sé, competizione entro confini stabiliti. Insomma, quasi un’educazione civica sul campo. Va da sé che anche gli spazi vanno ripensati: palestre, non sgabuzzini o spazi riadattati alla bell’e meglio, magari con due o tre pilastri nel mezzo avvolti da materassini per evitare incidenti.
Scuola media
La scuola dalle otto alle due non funziona: sei ore consecutive per adolescenti assonnati sono una tortura. C’è chi vorrebbe la scuola dalle 10 del mattino perché alzandosi con calma i ragazzi rendono di più, ma trovare un compromesso spalmando l’orario al pomeriggio in modo da arrivare a casa con i compiti già fatti.
Più soldi ai docenti. Un docente in italia di prima nomina arriva a prendere 1.300 euro netti al mese: uno degli stipendi più bassi d’Europa. Inoltre la grande carenza di professori di matematica è dovuta anche al fatto che chi studia tale materia all’università è più incentivato a spendere la propria istruzione nel mondo delle imprese.
Incentivare i giovani docenti ad andare al Sud per abbattere la problematica della dispersione scolastica e della sperequazione con il Nord. Per invertire questa tendenza, che si conferma da anni, non basta il tempo pieno.
Scuola superiore
Investire sugli istituti tecnici, che sono l’anello debole dell’istruzione secondaria. Diplomare ragazzi che arrancano in italiano e matematica è come fabbricare computer con l’hardware di vent’anni fa. Rischiano di non riuscire a stare al passo con il mondo tecnologico e industriale e finiscono per perdere l’opportunità della loro vita, quella di trovare e di tenersi un buon lavoro.
L’alternanza scuola-lavoro sta cominciando a funzionare. Ma servono programmi veri per tutti gli studenti e forse se, invece di usare tutto il tempo a disposizione in progetti non sempre di qualità, si dedicasse una parte delle ore (200 per i licei, 400 per gli istituti tecnici) per fare orientamento universitario non perderemmo così tante matricole per strada (una su quattro). Si potrebbe cominciare dal terzo-quarto anno delle superiori.

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