Due università rifiutano l’accesso online agli esami chiesto da un disabile

Christian Durso, 30enne, in carrozzella, ha ricevuto il no dalla “Federico II” di Napoli e da quella di Salerno. Battaglia sostenuta dall’associazione Luca Coscioni

Offrire alle persone con gravi disabilità motorie la possibilità di sostenere a distanza gli esami nelle università pubbliche: è l’appello di Christian Durso, 30enne costretto in carrozzella e con necessità di accompagnatore, dopo il rifiuto ricevuto da due università campane, “Federico II” di Napoli e l’Università degli Studi di Salerno, in risposta alla richiesta di accesso agli esami a distanza, in collegamento da remoto. Una battaglia sostenuta a livello nazionale dall’associazione Luca Coscioni, e che ora approda in Parlamento con una interrogazione del senatore Ivan Scalfarotto.

La lettera ad Anna Maria Bernini

Christian si batte da anni contro le barriere architettoniche, e ha ottenuto successi come l’eliminazione degli scalini che impedivano ai disabili l’accesso al belvedere della Migliera, uno dei panorami più belli dell’isola di Capri. “Mi piacerebbe ora studiare giurisprudenza e rendermi più efficace nella rivendicazione dei diritti”, spiega. “Non sono autonomo negli spostamenti e per me è impossibile anche prendere un pullman o un treno – spiega – ma questo non può e non deve fermarmi”.

Nei mesi scorsi, rende noto l’associazione Coscioni, una lettera di Christian al ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sul tema è rimasta senza risposta: “Non capisco perché bisogna perdere questa possibilità – continua Durso -, da offrire almeno a chi ha un’oggettiva impossibilità di spostarsi e raggiungere la sede universitaria. Siamo davanti all’ennesima ingiustizia: si rischia di negare il diritto allo studio”. Rocco Berardo, coordinatore iniziative sulla disabilità dell’Associazione Luca Coscioni, sottolinea: “La richiesta di Christian, che è condivisa da tantissime persone con disabilità grave, residenti in piccoli comuni lontani da sedi universitarie, potrebbe essere accolta seguendo quanto sperimentato durante il Covid. Ma il tema della partecipazione digitale universitaria, però, è stato già dimenticato”.

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