Diritto allo Studio, la battaglia dell'UDU: "Serve una riforma totale del sistema"

Si è svolta ieri pomeriggio la seduta di insediamento del tavolo ministeriale sui Livelli Essenziali delle Prestazioni a cui era presente il Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari

“Chiediamo che questo tavolo sia l’occasione per un reale miglioramento di tutto il sistema del diritto allo studio italiano, e per questo non possiamo accettare che si riparta dai principi contenuti nel decreto Profumo, come invece ha dichiarato il Ministero – dichiara al Corriere dell’Università Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari. L’obiettivo principale infatti, dovrebbe essere quello di disegnare finalmente un sistema che comporti un ampliamento significativo della platea degli studenti che beneficiano del diritto allo studio. Non si stratta soltanto di eliminare la figura tutta italiana dell’idoneo non beneficiario (secondo gli ultimi dati dell’ufficio statistico del MIUR, nell’anno accademico 2014/2015 gli idonei non beneficiari sono stati più di 38 mila), ma di definire criteri di accesso alla borsa di studio e ai servizi ad una platea decisamente più ampia di quella attuale. In Italia infatti, meno del 10% degli studenti accede ai benefici, contro dati decisamente più elevati degli altri paesi europei”.

Continua Dionisio: “Affinché questa possa avvenire, è necessario partire dal alcune questioni dirimenti. In primis, la questione del nuovo ISEE: il Ministero, infatti, sembra aver definitivamente accantonato un intervento durante questo anno accademico per porre rimedio, seppur parziale, ai tanti danni provocati. Il tavolo ministeriale creato per affrontare la questione, da ottobre non si è più riunito, dimostrando come l’interesse del ministero fosse solo quello di placare le proteste degli studenti durante questo autunno, ma senza alcuna volontà reale di intervenire nell’anno in corso. Ancora una volta, il Ministero decide di non assumersi le responsabilità dei problemi da esso stesso provocato: è assurdo che, con un calo degli studenti idonei alla borsa di studio di circa il 25% a causa del nuovo indicatore, il MIUR abbia definitivamente deciso di non intervenire. Il Ministero ha dichiarato che l’hanno prossimo si andrà verso un innalzamento delle soglie di reddito, partendo dai dati raccolti dal tavolo dell’ISEE. Chiediamo che questi dati siano trasmessi alle parti di quel tavolo, affinché si possano fin dall’anno prossimo definire delle soglie che tengano conto delle mutate condizioni. Vogliamo che questa ridefinizione delle soglie sia funzionale non soltanto al riassorbimento delle problematiche derivanti dal mancato adeguamento di quest’anno, ma ad un incremento considerevole della platea degli aventi diritto; allo stesso modo, le soglie ISPE andranno innalzate, in modo tale da renderle ininfluenti per l’accesso alle borse di studio, con la prospettiva di eliminare definitivamente questo indicatore dai criteri.

Inoltre, è necessario intervenire sui criteri di finanziamento: da un lato, le risorse statali, già esigue, sono finora state distribuite tra le regioni sulla base di criteri premiali, che non hanno tenuto conto del reale fabbisogno dei territori, portando di fatto ad un aggravamento progressivo della situazione di quelle regioni che versavano già in difficoltà. Dall’altro lato, le regioni non sono mai state incentivate ad investire sul diritto allo studio. Non possiamo più assistere a questo rimpallo di responsabilità tra stato e regioni, in cui a farne le spese sono gli studenti stessi, che si vedono negati le borse di studio e che finanziano di tasca propria, per oltre la metà, le risorse per le borse. Chiediamo inoltre che i LEP siano definiti in modo chiaro e capillare, nell’ottica di tenere conto di tutte le necessità legate alla condizione studentesca”.

Conclude il coordinatore dell’UdU: “Soltanto con questi presupposti sarà possibile avere finalmente un’uniformità effettiva su tutto il territorio nazionale. In un contesto generale di impoverimento della popolazione italiana e della crescita delle disuguaglianze che hanno avuto, tra gli effetti più evidenti, anche la perdita di iscritti ed immatricolati all’università, è necessario disegnare un sistema del diritto allo studio più inclusivo e che garantisca effettiva equità. Non accetteremo che questo tavolo si trasformi nell’ennesimo gioco a ribasso sui diritti, siamo pronti a dare battaglia”.

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