Dipendenze, ora il recupero è più veloce

E’ stata presentato oggi il nuovo ‘Centro di recupero dalla dipendenza San Nicola’ di Piticchio di Arcevia (Ancona), una delle pochissime strutture in Italia e in Europa a offrire un intervento riabilitativo concentrato in un tempo piu’ breve e a maggior intensita’ rispetto alla comunita’ terapeutica.

”Un intervento che consente di ridurre a circa un sesto, rispetto a un percorso medio annuale, i costi personali, legati alle spese del paziente e ai suoi mancati guadagni, ma anche i costi sociali sostenuti dal sistema pubblico durante il ricovero. Un’esigenza particolarmente impellente in un momento di particolare emergenza economica come quello attuale – spiega l’ideatore del progetto Dott.Vincenzo Aliotta – Una struttura del tutto innovativa, legata alla ricerca svolta sul campo e ritenuta ottimale dagli stessi addetti ai lavori dei Servizi pubblici”.

”Il rapido reinserimento guidato del paziente nel proprio ambiente sociale e familiare permette inoltre di evitare la frattura nel continuum esistenziale che spesso rappresenta un aspetto problematico nei percorsi di piu’ lunga durata”, aggiunge il Prof. Fabrizio Schifano, psichiatra e farmacologo.

Il Centro si rivolge in maniera continuativa e integrata alle strutture che offrono la riabilitazione prevalentemente medica in regime ospedaliero, normalmente per la durata di 28 giorni. Il principio ispiratore e’ la cura del soggetto dal primo momento di assessment, disintossicazione farmacologica, cura e riabilitazione fino al suo definitivo reinserimento nel tessuto sociale. Durante il percorso, il paziente acquisira’ consapevolezza, competenze e stili di coping.

”Dal punto di vista clinico, San Nicola si basa sull’integrazione dei due modelli riabilitativi piu’ diffusi, il metodo Minnesota e quello francese, con visione bio-psico-sociale, della quale e’ stata riscontrata a livello clinico l’altissima efficacia”, spiega Walter Mariotti, responsabile qualita’ del Centro San Nicola. ”Fulcro centrale dell’intervento e’ la full immersion di sei-otto settimane che comprende terapia individuale e gruppi di attivita’ psicoterapeutica, psicoeducazionale, psicocorporea e ludico-didattica, utilizzando approcci quali bioenergetica, auto-aiuto, mind fullness metodo dei 12 passi, modello transpersonale e attivita’ di palestra, piscina, fotografia, yoga, teatro, ceramica e con momenti di vita comunitaria per esempio nella preparazione del pasto e autogestione assistita del tempo libero”.

La dimissione in realta’ non conclude del tutto il percorso in quanto e’ previsto un periodo fino alla durata di un anno di controllo in remoto del paziente. L’e’quipe multidisciplinare conta una ventina di unita’ tra psichiatra supervisore, psicoterapeuti, educatori professionali, personale di formazione e operatori di comunita’.

”Il gruppo degli operatori e degli utenti e’ considerato come un organismo unitario complesso, dinamico e interconnesso, teso allo sviluppo delle risorse e potenzialita’ di tutti i soggetti in gioco: l’ottimizzazione delle performance da parte dell’equipe, il recupero da parte dei pazienti”, precisa il Prof. Pier Luigi Lattuada.

Un altro aspetto interessante e unico di questa iniziativa e’ quello di guardare a un bacino di utenza nazionale e internazionale, grazie a un’e’quipe bilingue, in particolare verso i paesi anglofoni. E’ stato gia’ avviato un rapporto di collaborazione con con la rete di riabilitazione britannica Providence. L’idea e’ offrire una proposta di recupero prestando attenzione alla valenza del territorio, come nel caso di questo Centro immerso nel verde delle colline marchigiane.

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