Diciannove ventenni scrivono al governo

L’udu risponde. Siete sicuri di vivere nel nostro stesso paese?

“Sospesi tra il vuoto di aspettative e il miraggio di sicurezze”

Diciannove giovani, apartitici e al di fuori di qualsiasi corporativismo generazionale scrivono al presidente del Consiglio, Mario Monti, e al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sulle pagine del Corriere della Sera.

Questi ventenni si definiscono al di fuori dello scontro ideologico in atto, e con idee che vanno oltre “lo schema ottocentesco di sigle ed etichette”. Sono giovani che chiedono di ridare opportunità concrete a chi oggi rischia di restare senza tutela alcuna e di puntare tutto sulla “nostra generazione”. Secondo loro “anche la vicenda economica nazionale ne trarrebbe diretto vantaggio”.

Tra le richieste quella di tentare di “tutelare un po’ meno chi è oggi tutelato e tutelare un po’ di più chi oggi è quasi schiavo nel mercato del lavoro o proprio non riesce ad entrarci”e di “essere cittadini maturi di un Paese in cui ci si rivolge ai giovani con un occhio di riguardo” convinti che “ora si possa realizzare la tanto agognata inversione di rotta: è tempo di premere l’acceleratore sulle riforme”.

La voglia di mettersi in gioco c’è, ma i giovani chiedono le stesse garanzie che i nostri padri e i nostri nonni si vedono attribuite. Per questo dichiarano di essere “colposamente sospesi tra il vuoto di aspettative ed il miraggio di sicurezze”.

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