Corsi 4+2, la preside dell’ITIS Galilei di Roma: “C’è ancora molta ignoranza sugli ITS, serve più orientamento alle medie”

“La scuola deve governare il processo di formazione e rendersi protagonista”

“Noi abbiamo già un corso attivo di Informatica quadriennale attivo da tre anni – racconta a Corriereuniv.it Elisabetta Giustini, dirigente scolastico dell’ITIS Galileo Galilei di Roma -. Qual è la novità del 4+2? Che le scuole che hanno attivato questi corsi acquisiscono una maggiore consapevolezza della filiera formativa. Nei paesi tecnologicamente avanzati questo già esiste. Dopo il percorso quadriennale i ragazzi non sono obbligati ad iscriversi agli ITS, che rimane opzionale, ma possono anche iscriversi all’università o andare a lavorare o aprire una startup. Il segreto per la riuscita dell’offerta formativa consiste nella possibilità della scuola di aprirsi: al mondo sociale, a quello lavorativo e culturale”.

“Questa è l’unica possibile della scuola per rimanere protagonista del sistema perché oggi esistono agenzie formative, le accademy degli its, corsi di formazione, la scuola non può essere uno di essi ma deve governare il processo. Questa nuova sperimentazione da nuovamente valore alla scuola- continua Giustini -. Noi stiamo accelerando il processo di iscrizione al 4+2. Devo dire che c’è ancora molta ignoranza nel tessuto sociale, nelle famiglie, anche tra qualche rappresentante del personale scolastico. Soprattutto rispetto agli ITS. Noi sappiamo che i nostri ragazzi quando vengono orientati in terza media questo non viene fatto nel modo migliore. Vengono indirizzati agli istituti professionali e tecnici come se fossero scuole di serie b ma questo non è vero”.

“Negli istituti tecnici, soprattutto ora con il Pnrr, possono aprire sportelli di recupero per tutto l’anno. Quindi i nostri ragazzi vanno bene anche nelle materie comuni come Italiano, Storia, Inglese. I genitori quando vengono qui per capire se iscrivere o no i propri figli sono sbalorditi dalla nostra offerta formativa e del fatto che fuori da questa scuola anche chi non andrà all’università avrà un lavoro sicuro. Ad esempio i nostri ragazzi due anni fa insieme all’Università del Giappone hanno contribuito a lanciare un nanosatellite che ovviamente si chiama Galileo. Diamo la possibilità di esplorare le proprie capacità in modo che diventino capitale umano”.

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