Concorsi pubblici, passo indietro: ritirato emendamento Meloni

Concorsi Pubblici, si torna indietro. E’ stato respinto in Commissione Affari Costituzionali alla Camera l’emendamento Meloni, che prevedeva una disparità di trattamento in base agli Atenei di provenienza in sede concorsuale.

Gli studenti, nell’occasione, hanno tenuto una conferenza stampa alla Camera, “Il valore del titolo di studio e l’accesso al mondo del lavoro”.

“Tale emendamento avrebbe però portato ad eccessive sperequazioni tra gli atenei e alla ingiustificata penalizzazione di molti studenti. Per questo come LINK – Coordinamento Universitario – afferma Alberto Campailla, portavoce di LINK- ci siamo mobilitati si da subito lanciando una petizione che in 5 giorni ha superato le 5.000 firme ed aperto un dibattito sul valore che ha ad oggi studiare anche in relazione alle future possibilità occupazionali.”

“Dopo la mobilitazione delle comunità accademiche si sono ottenuti due importanti risultati: l’emendamento ha ricevuto parere negativo in Commissione Cultura della Camera ed è stato definitivamente soppresso in Commissione Affari Costituzionali. Siamo molto soddisfatti di questo risultato  – continua Campailla – non ci illudiamo però che avere bloccato questo emendamento risolva il problema delle sperequazioni che esistono nel sistema formativo italiano e nelle possibilità di accesso al mondo del lavoro, fortemente disomogenee su scala nazionale”.

Rimane inoltre molto positiva la valorizzazione del dottorato di ricerca ai fini dell’accesso ai concorsi pubblici, che rappresenta un importante punto di avanzamento per il riconoscimento del titolo del dottorato in Italia.

“Il tema del rapporto tra titolo di studio ed accesso al mondo del lavoro resta comunque  molto delicato in un paese in cui il tasso di disoccupazione giovanile è ormai a livelli molti alti e in cui l’accesso alla formazione superiore riguarda solo una percentuale di diplomati molto inferiore agli altri paesi europei. Per questo – conclude Campailla –  il dibattito tenutosi oggi in conferenza stampa deve essere l’inizio di un percorso di riflessione e di ripensamento complessivo della formazione superiore, in un’ ottica di allargamento della platea di chi vi accede e di riduzione delle diseguaglianze territoriali”.

Il Corriere dell’Università, nei giorni scorsi, ha lanciato un sondaggio tra gli studenti, con risultati a tratti sorprendenti: per il 42 % dei votanti, infatti, è giusto considerare l’Ateneo di provenienza in sede concorsuale. Il 60 %, inoltre, aveva ammesso che in Italia ci sono differenze tra Atenei di Serie A e di Serie B. Tutti i risultati sono disponibili qui 

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