Affitti universitari, Milano è la più cara: per una stanza singola si paga più di 600 euro al mese

Indagine dell’Udu con Sunia e Cgil: 3 studenti su 10 non riescono ad arrivare alla fine del mese. A pesare le cifre da capogiro per l’affitto di una stanza. Palermo è la città meno cara con il costo di una singola che si attesta sotto i 250 euro al mese.

Quella più cara è Milano, dove pagare l’affitto di una stanza (bollette comprese) costa più di 600 euro. La più economica è Palermo dove per una singola si può spendere al massimo 200 euro, molto di meno della media nazionale che si aggira (spese incluse) a 430 euro al mese. È questa la fotografia degli affitti nelle principali città universitarie italiane scattata dall’indagine “Senza casa, senza futuro”, promossa da Cgil e Sunia, e presentata questa mattina dall’Udu a Roma che dimostra quanto quello della disponibilità di alloggi per gli studenti e il loro prezzo stia diventando una vera e propria “emergenza nazionale”.

Secondo l’indagine il 60% degli studenti fuorisede fa molta fatica a trovare alloggio, e nella metà dei casi la ragione sono i costi. Per il 53% degli studenti i canoni sono inaccessibili, per il 42% la ragione è che le condizioni degli alloggi sono inaccettabili, mentre il 13% registra discriminazioni di genere (“si affitta solo a studentesse”).

Una situazione critica che riguarda, in maniera diversa, tutte le città universitarie italiane. Una camera singola, oggi, costa in media 430 euro spese incluse. Ma a Milano, con bollette e spese si superano i 600
euro, seguono Bologna (505), Roma (500), Padova, Firenze
. E se si sceglie di stare in una stanza doppia il risparmio è molto ridotto: il costo si aggira in media attorno ai 280 euro. Ecco perché 3 studenti su 10 dicono di fare fatica ad arrivare a fine mese a causa delle difficoltà economiche. Oggi gli studenti che possono pagare affitto e condominio sono solo il 34%, gli altri hanno difficoltà gravi o meno gravi. La presentazione del report arriva a sei mesi dalla prima protesta delle tende che ha invaso le piazze e le università italiane, da Roma a Torino passando per Bologna e Napoli.  Secondo il Mur gli studenti fuorisede sono 830 mila, e per la maggior parte, dice il rapporto di Udu, cercare casa è una vera e propria impresa: solo il 19% non ha avuto difficoltà a trovare casa.

“Sono cifre assurde, quasi impossibili da sostenere per una famiglia media” ha detto Simone Agutoli responsabile della questione abitava per l’Udu. Il 30 ottobre l’associazione sarà ricevuta dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Alla ministra, l‘Udu presenterà le sue quattro proposte: l’istituzione di un Fondo nazionale fuorisede da 100 milioni, da erogare immediatamente ad atenei e regioni; potenziare le borse di studio (servono almeno 300 milioni per aumentarle e garantire la copertura totale degli idonei); intervenire sulla leva fiscale e sulla regolamentazione, limitando e disincentivando le locazioni brevi turistiche, il canone ordinario e lo sfitto (vero o fittizio) e, infine, un piano di investimenti in alloggi pubblici, stanziando almeno 3 miliardi sul bilancio pluriennale e rivedendo il Pnrr.

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