UNIVERSITA’ DEI SENZATETTO – Prime l’opportunità di diventare guide turistiche, poi l’Università. Berlino è la città tedesca con il più alto numero di senzatetto, ma anche quella che meglio riesce a coinvolgerli in progetti e iniziative ad hoc.
Il magazine Querstadtein racconta l’ultima trovata per i senza fissa dimora tedeschi: l’Università dei senzatetto. La Obdachlosen-Uni Berlin è nata su iniziativa dello specialista della comunicazione Maik Eimertenbrik, che ha preso a modello quello che succede a Graz, in Austria, dove già da tempo esiste la Megaphon-Uni, l’Università dei senzatetto.
Il messaggio è unico: accesso gratuito alla conoscenza, attraverso conferenze, incontri, workshop e letture, al di là dell’estrazione sociale delle persone.
“Spesso i passanti lasciano un euro a chi siede per terra e poi se ne vanno, ma molte di quelle persone vogliono di più, vogliono essere messe in discussione ed imparare. Non sono persone stupide, ognuno di loro ha qualcosa da offrire”, racconta Eimertenbrink.
All’Università dei senzatetto possono iscriversi tutti gratuitamente, anche coloro che non hanno una fissa dimora: l’obiettivo centrale resta dare gli strumenti attraverso cui uscire dalle situazioni di difficoltà da cui provengono la maggioranza degli studenti. Il tutto attraverso l’educazione e la conoscenza.
Le lezioni sono tenuti da volontari (spesso ex senzatetto), e vanno dai corsi di cucina allo studio della Bibbia, fino alle letture di filosofia. Le sedi sono sparse per tutta la città.
Tra gli studenti, non mancano esempi di vita davvero emozionanti: c’è, ad esempio, Klaus Seilwinder, alcolista che dopo 10 anni passati per le strade è riuscito a riprendere il controllo della propria vita grazie all’Università dei senzatetto. Oggi ha una casa, non beve da un anno e mezzo, frequenta le lezioni di filosofia, cucina e teatro, e ne tiene addirittura una sua su come lasciare la strada. A volte l’Università fa bene.
Gli studenti hanno messo su ancora una loro pagina Facebook dove raccontano le proprie iniziative. Potete seguirle qui
Raffaele Nappi