Studenti sull’Onda del G8, sequestrata Crisismap

g8_universita_torino.jpgOnda anomala in tutta Italia. Si riscalda il clima in vista dell’apertura dei lavori del G8. Tra cortei, sommesse e attacchi no-global gli studenti delle principali università italiane fanno sentire la loro voce.
Torino, nuovo presidio. Dopo il corteo di ieri sera, gli studenti che contestano i 21 arresti per gli scontri del G8 delle Università si sono ritrovati nell’atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche del capoluogo piemontese, per chiedere la liberazione dei loro compagni. “L’Onda non si arresta la repressione non ci fermerà: liberi tutti!”, si legge su uno striscione, mentre gli studenti discutono delle sorti dei loro amici. “A essere stati arrestati sono i nostri compagni di corso e di sala studio – scrivono in un volantino – di occupazione e di mobilitazione”.
Appesi a un banchetto ci sono gli indirizzi delle carceri di Torino e Imperia, dove sono detenuti i 12 torinesi arrestati. “Mandiamogli dei telegrammi”, è l’appello degli studenti dell’Onda. “Sono colpevoli solo di aver partecipato – dicono – a movimenti di opposizione”.
Vademecum anti-repressione. Una mappa del centro di Roma, con una dettagliata lista dei luoghi sensibili della lotta no-global, come sedi di banche, agenzie immobiliari e interinali, tutto individuato con varie simbologie, e un “Piccolo vademecum anti-repressione G8 luglio 2009” con i consigli da eseguire nell’eventualità di controlli da parte della polizia. È quanto distribuivano i manifestanti durante la protesta di stamattina tra il materiale sequestrato dagli agenti della polizia di Stato.
Nella mappa vengono indicati anche i presidi delle forze dell’ordine, come le caserme dei carabinieri e i commissariati di polizia, ma anche carceri, ospedali, fermate della metropolitane e, come vengono chiamate nella mappa, “sedi fasciste” tra cui Casa Pound. In caso di cariche della polizia il consiglio è di fare in modo “di proteggerti sempre la testa dalle manganellate”. C’è anche un riferimento all’episodio di Carlo Giuliani: “È bastata una minaccia con un estintore – si legge nel testo – a giustificare un proiettile sparato direttamente in testa”.

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