A quanto pare la cosiddetta “fuga dei cervelli” non è un problema solo italiano. Anzi, sembra che rappresenti un serio motivo di preoccupazione per molti paesi dell’area mediterranea. Suona come un vero e proprio grido di allarme quello che emerge da una ricerca diffusa dalla Lega Araba che parla della “fuga di cervelli” verso l’Occidente.
Secondo il rapporto, che studia l’aumento della disoccupazione e l’emigrazione dei lavoratori ad alta specializzazione ed è stato ripreso dalla Tv araba “Al-Jazeera”, la mancata libertà nell’ambito della ricerca nel mondo arabo e il basso tenore di vita degli scienziati locali sono le cause principali di questa fuga di cervelli. Il 50 per cento dei medici, il 23 per cento degli ingegneri e il 15 per cento degli scienziati arabi emigrano verso gli Stati Uniti e il Canada ogni anno e il 54 per cento degli arabi che studiano all’estero non fanno ritorno in patria dopo la laurea.
Inoltre il 20 per cento dei giovani che si laureano in uno dei paesi della Lega Araba decide di andare all’estero denunciando la mancanza di libertà da loro subita nell’ambito della ricerca. Il 75 per cento dei laureati arabi che emigrano si stabiliscono in via definitiva negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna. In particolare quest’ultimo paese è la meta scelta dal 34 per cento dei medici.
L’unico dato positivo sono le rimesse finanziare che arrivano da chi lavora all’estero, che si aggirano intorno ai 25 miliardi di dollari ogni anno. Cifra che potrebbe arrivare a circa 40 miliardi di dollari se si aggiungono a quelle legali anche le rimesse effettuate attraverso vie non ufficiali.
Manuel Massimo
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