Scuola, rinnovato il Protocollo d’intesa tra Ministero dell’Istruzione e Ordine dei Giornalisti

Il Ministro dell’Istruzione e il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti hanno firmato ieri il rinnovo del Protocollo d’intesa

Il Ministro dell’Istruzione, Professor Patrizio Bianchi, e il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, hanno firmato ieri il rinnovo del Protocollo d’intesa “L’informazione come strumento di formazione per comprendere la complessità dei fenomeni sociali, economici, scientifici e culturali”.

L’obiettivo è sensibilizzare ragazze e ragazzi all’analisi e alla riflessione su temi di ordine ambientale, economico e scientifico. Saranno organizzate iniziative sull’educazione alla legalità, sul contrasto delle fake news e della disinformazione.

Soddisfazione da parte del presidente del Cnog Carlo Verna e del Presidente della Commissione culturale Alberto Lazzarini, per la sottoscrizione al Miur (il Ministero dell’Istruzione) – “pur in un momento così difficile caratterizzato da una pandemia che ha bloccato tanti progetti”- del Protocollo di intesa tra Miur e Ordine dei Giornalisti che consentirà ai professionisti dell’informazione di condurre lezioni strutturate nelle scuole superiori di tutta Italia sottolineando i più importanti ambiti di interesse, le tecniche più qualificanti e la ricaduta culturale dell’informazione sullo sviluppo democratico del Paese.

Il protocollo è stato sottoscritto dal neoministro Patrizio Bianchi con la presenza della direttrice generale del Miur Giovanna Boda. Verna e Lazzarini (che ha tenuto le fila della ratifica del Protocollo), hanno sottolineato gli importanti risultati conseguiti nelle sei edizioni fin qui svolte, di incontrare migliaia di studenti in ogni regione d’Italia facendo loro conoscere il valore dell’informazione, strumento fondamentale per la crescita culturale e civile. Fino ad ora – alla vigilia della settima edizione – sono stati coinvolti 479 istituti scolastici, 1.939 classi, 41.909 studenti, oltre a 503 docenti-giornalisti.

L’accordo ha una portata molto vasta, come recita il titolo stesso del Protocollo: “L’informazione come strumento di formazione per comprendere la complessità dei fenomeni sociali, economici, scientifici e culturali”.

L’operazione è stata ideata, promossa e sviluppata, fino alla positiva conclusione, dalla Commissione culturale dell’Ordine, che l’ha gestita in questi anni raggiungendo obiettivi importanti non solo per l’organismo rappresentativo dei giornalisti ma soprattutto per il mondo della scuola e per i ragazzi.

Dunque i giornalisti sono pronti a… scendere in campo: saranno i volontari che avranno offerto la propria disponibilità (e con essa l’esperienza, le capacità professionali, le doti didattiche accumulate in una vita nelle redazioni, sul campo) a intervenire nelle scuole quali docenti per spiegare ai ragazzi il valore dell’informazione e quali regole tecniche e deontologiche occorre seguire al momento di redigere l’articolo di giornale.

Gli Ordini regionali sono dunque chiamati a un nuovo impegno, importante e utile, e saranno sostenuti, in tutti i sensi, dall’Ordine nazionale.

In accordo con il ministro e il suo staff, si individuerà un evento che concluderà ufficialmente e in definitiva celebrerà questa settima edizione.

Il Protocollo rappresenta non un obbligo ma un’opportunità. Appena possibile, la palla passerà ai singoli Ordini regionali dei giornalisti che potranno essere contattati o a loro volta contattare gli Uffici scolastici regionali o gli ex Provveditorati agli studi provinciali o, ancora, singole scuole.

Il Progetto era nato anzitutto per supportare i ragazzi che intendevano scegliere l’articolo di giornale quale prova di italiano all’esame di Stato; pochi anni fa questa possibilità fu cancellata ma rimangono in piedi, come sempre e più di sempre, le motivazioni che portano i giornalisti a vestire i panni dei docenti e recarsi nelle aule scolastiche a spiegare il grande valore dell’informazione: strumento indispensabile per la crescita di un popolo passando per la crescita personale di ciascun ragazzo. Per discernere e per contribuire, consapevolmente, alle decisioni, grandi o piccole che siano.

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