Università “Jean Monnet”, ministro Bernini: “Non è valida neanche in Bosnia”

Nel corso del question time la precisazione sull’Università e sul dipartimento degli studi europei con sede a Palermo

“Il ministero dell’Università non ha mai autorizzato né l’Università di Goradze né il Dipartimento degli studi europei “Jean Monnet” di Palermo ad attivare corsi universitari e a rilasciare titoli accademici, secondo le procedure vigenti. Per questo motivo non si può parlare di Università di Goradze. Non si tratta, infatti, di una Università ai sensi dell’ordinamento italiano”. Così la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, in question time alla Camera.

Il 22 febbraio scorso il ministero ha diffidato il Dipartimento Jean Monnet, trasmettendo contestualmente i relativi atti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per le opportune valutazioni di competenza sugli eventuali profili relativi a pubblicità ingannevole.”Stiamo pensando alla segnalazione sul nostro sito dei casi sospetti se ciò sarà compatibile con la normativa”, ha affermato la ministra, ricordando che il Mur “non ha poteri sanzionatori”

Salvatore Messina indagato per autoriciclaggio

Gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria guidati dal colonnello Gianluca Angelini hanno fatto visita nella sede del dipartimento “Jean Monnet” in via XII Gennaio 1G, negli uffici di via Umberto Giordano 67, e a casa dei Messina in via Giuseppe Sciuti. I finanzieri avevano acceso i fari sui Messina e il loro assetto societario. Residenza in Albania, società a Londra, ma in realtà vivono e operano a Palermo. Poi si sono aggiunti gli articoli del quotidiano “La Repubblica” che ha ricostruito il presunto raggiro, dando voce a tanti studenti. Pagavano migliaia di euro all’anno per una laurea non riconosciuta dal ministero italiano dell’Università.

Il dipartimento bosniaco risultava operare in convenzione con l’ateneo di Gorazde per i corsi in italiano. Culotta è il rappresentante della “Italia è cultura srl”, una delle società che sarebbero state utilizzate da Messina per movimentare il denaro pagato dagli studenti. Si parla di una cifra vicina ai 20 milioni di euro. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Massimo Palmeri e dal sostituto Vincenzo Amico. Salvatore Messina è indagato per autoriciclaggio, il figlio Dario per riciclaggio. Culotta è iscritto nel registro degli indagati per trasferimento fraudolento di valori. I finanzieri hanno acquisito convenzioni, iscrizioni, corrispondenza e contratti.

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