Università di Torino, a Cuneo l’inaugurazione dei 620 anni: “Aumentare tasso di accesso”

L’ateneo guarda a Cuneo, Asti e Biella per evitare il futuro calo di iscritti

Nell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Torino, l’ultimo del suo mandato, il rettore Stefano Geuna mette sul tavolo quale sarà la sfida per il suo successore. “In dieci anni, gli studenti sono aumentati di 15 mila unità, ma la percentuale di crescita è passata da essere a due cifre all’uno per cento. La continua espansione non è sana per un ateneo con già 82 mila iscritti. Tuttavia, dobbiamo pensare subito a come affrontare l’inverno demografico aumentando il tasso di accesso“.

È la prima volta che Unito parla pubblicamente di una questione che non fa dormire sonni tranquilli neanche al sindaco Stefano Lo Russo. Colpisce ancora di più perché è emersa nella trasferta di Cuneo — dove è stato celebrato l’avvio del 62oesimo anno accademico che sarà festeggiato con un programma di eventi —, in quella Granda, dove l’Università è arrivata 20 anni fa. “È nato come insediamento per avvicinarsi agli studenti pendolari. Oggi però abbiamo fatto un cambio di passo. Qui non portiamo i doppioni dei corsi, ma ne costruiamo di nuovi in grado di attirare iscritti da altre province e da tutto il mondo”, spiega Geuna. L’ateneo si spinge sempre più lontano da Torino, dove “le spese di affitto sono minori”. Ad Alba, a Fossano, ma anche a Biella e Asti. Cercando così nuovi studenti per affrontare il calo demografico, in quelle zone più attrattive dal punto di vista economico. 

Servono però una serie di interventi. “Bisogna migliorare le strutture di accoglienza, le biblioteche, come quella che stiamo costruendo, e i collegamenti ferroviari”, evidenzia la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, che sogna di trasformarla in una “città universitaria a tutto tondo”, incrementando la presenza di Unito che oggi vuol dire 11 corsi e 1.400 studenti, che diventano 3 mila (con 300 professori) se si guarda all’intera provincia. Il rettore Geuna ci crede e tira dritto. Più forte delle “critiche di quelli vestiti in nero”, come ripetuto per due volte in riferimento ai direttori dei dipartimenti, e sul palco del teatro Toselli annuncia che a Cuneo — dopo l’inaugurazione dell’anno accademico in versione pop con la lectio di Marco Paolini — trasferirà la sede di Unito, la sua “scommessa vinta”. Parliamo della rete europea di atenei “montani“, un progetto che mira alla creazione di una realtà accademica sovranazionale. Prenderà casa nel capoluogo cuneese, dove atterrerà anche il corso sulle tecnologie della montagna (chiesto dalla sindaca). Mentre a Torino da affrontare ci sono le altre sfide.

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