Ucraina, una piattaforma per l’accoglienza. Messa: “620 posti per studenti e ricercatori”

Nell’audizione in Parlamento la ministra dell’Università spiega le misure per accogliere studenti, professori e ricercatori. La piattaforma sul sito del MUR

E’ pronta per andare online sul sito del ministero dell’Università la piattaforma per l’aiuto e l’accoglienza “degli studenti, professori e ricercatori ucraini e russi e in generale per coloro che sono coinvolti nella guerra e abbiamo l’esigenza di trovare un luogo aperto e sicuro in cui proseguire la propria attività di studio e ricerca”. Lo ha annunciato in mattinata alla Camera la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. E’ il frutto del lavoro di coordinamento svolto in questo mese dal ministero con le università e gli enti di ricerca e gli Afam per render visibili e utilizzabili le opportunità che i singoli Atenei avevano cominciato a mettere in campo. Sono per ora disponibili 620 posti per studenti, ricercatori e docenti, con 580 borse di studio. Non un gran numero, come hanno segnalato i parlamentari della commissione Cultura della Camera. “Ma per ora sono più che sufficienti perché purtroppo è molto complesso venire nel nostro Paese dall’Ucraina”, ha spiegato la ministra promettendo che la disponibilità potrà allargarsi se ce ne sarà bisogno.

La piattaforma

Dal sito del Ministero online la piattaforma che indica le misure normative adottate e finalizzate all’accoglienza di docenti, ricercatori e studenti ucraini, in allineamento anche con iniziative europee più ampie come la piattaforma nata ora ERA4Ukraine, della Commissione europea; le proposte concrete, offerte di collaborazione, supporto e ospitalità adottate dalle realtà accademiche italiane; i riferimenti utili per le misure generali e le informazioni adottate dalle Amministrazioni Pubbliche a favore della comunità ucraina, distinte per argomento; le disponibilità manifestate da Università, Enti di Ricerca e comparto Afam corredate, per ogni istituzione, dalle informazioni relative al territorio di riferimento in ordine alle esigenze abitative, sanitarie, amministrative e ogni altra informazione di supporto; il supporto alle Istituzioni dell’alta formazione, nonché agli enti di ricerca, al sistema delle Accademie (come quella dei Lincei) ed alle società scientifiche in ordine alla collocazione di docenti, ricercatori, dottorandi, ma anche studenti. In aggiunta c’è anche l’opportunità di condurre, previa valutazione, progetti di ricerca biennali in Italia da parte di “accademici che si trovino in aree a rischio, allo stesso modo come hanno già fatto i nostri partner europei”, ha spiegato Messa annunciando un milione di euro di stanziamento.

I primi numeri dell’accoglienza

Già da subito per gli studenti (anche in Erasmus) e i ricercatori presenti nel nostro paese, èer evitare che gli studenti perdessero il loro diritto allo studio le università e gli enti di ricerca si erano mossi autonomamente per affrontare le diverse necessità ed eventualmente anche allungare la durata delle borse di studio e della permanenza in Italia. A livello centrale invece nel decreto n. 16 (Decreto Ucraina) il governo ha inserito 500 mila euro per sostenere a titolo di cofinanziamento “le iniziative intraprese dalle università, dalle istituzioni Afam e dagli enti pubblici di ricerca a favore della comunità scientifica ucraina”. In sede di conversione la misura è stata estesa a tutti i profughi (anche afgani, per esempio) e anche ai cittadini non di nazionalità ucraina o russa in fuga dalla guerra, grazie al raddoppio del finanziamento.

L’Italia ha coltivato intensi rapporti accademici tanto con l’Ucraina quanto con la Federazione Russa. “Solo nel 2021 – ha ricordato Messa – quattro Atenei nazionali hanno siglato accordi di cooperazione con sette istituti universitari ucraini e in generale, i rapporti tra l’Italia ed i paesi in questione sono definiti da molte collaborazioni interuniversitarie che riguardano Didattica, Formazione, Ricerca e Mobilità. Tra Italia e Federazione Russa sono censiti ben 73 accordi interuniversitari in corso: 27 sono con l’Ucraina e 4 con la Bielorussia”. Collaborazioni fruttuose che hanno portato alla creazione di 29 corsi convenzionati tra le nostre università e quelle ucraine e 10 corsi che rilasciano doppi titoli; con la Federazione Russa ci sono 489 corsi convenzionati e 66 corsi che rilasciano doppi titoli. Sono censiti come ucraini, nel nostro territorio, 31 studenti Erasmus e 989 non Erasmus, di cui 802 residenti in Italia. Per quanto riguarda gli studenti della Federazione Russa nel nostro territorio sono 48 gli Erasmus e 304 i non Erasmus, di cui 294 residenti in Italia.

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