Test d’ingresso, primo giorno tra le polemiche: “Un sistema perverso e iniquo”

Test d'ingresso

Da oggi fino al 9 di settembre, decine di migliaia di studenti saranno impegnati nella lotteria nazionale dei test a numero chiuso per l’accesso ai dipartimenti di Veterinaria, Professioni sanitarie, Odontoiatria, Medicina e Chirurgia, Architettura e Scienze della Formazione primaria. Le associazioni studentesche, però, sono sul piede di guerra. A destare polemica in primis è il bonus maturità, elemento su cui lo stesso ministro Carrozza aveva annunciato perplessità. I ragazzi di Link- Coordinamento universitario, poi, si scagliano contro il sistema del numero chiuso per quanto riguarda l’accesso alle Università. In un comunicato giunto in redazione del Corriere dell’Università si evidenziano tutti i motivi di questa posizione:

“Il perverso ed iniquo strumento dei test a numero chiuso – dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – impedirà il libero accesso alla formazione universitaria ed il diritto allo studio condizionando, per altro con pesanti costi economici, la vita di migliaia di studentesse e studenti del nostro paese.”

Novità degli ultimi giorni è poi quella della pubblicazione dei percentili necessari per l’attribuzione del c.d. “bonus di maturità” così come modificato dal Decreto Ministeriale n. 449/13 che definisce le modalità di svolgimento delle prove di ammissione per i corsi di laurea a numero chiuso e programmato.

“Questo sistema continuerà ad essere foriero di disparità, poiché  – continua Alberto Campailla – a parità di voto gli studenti della stessa scuola potrebbero vedersi attribuire dalle diverse commissioni punteggi diversi. Anche per questo confermiamo la nostra profonda contrarietà all’introduzione del meccanismo dei bonus di maturità e ci mobiliteremo per tutto il mese di settembre in occasione delle prove di accesso.”

Mentre tutta l’attenzione mediatica si concentra sul numero chiuso, altrettanti studenti si confronteranno con i test a numero programmato in tanti dipartimenti tra cui Ingegneria, Psicologia, CTF (Chimica e Tecnologie Farmaceutiche).

“E’ inaccettabile che ormai il 57% dei corsi di laurea dell’Università italiana – conclude Alberto Campailla – sia caratterizzato da questa barriere all’accesso determinate unicamente dall’inasprimento dei requisiti minimi, come quelli apportati dal Decreto A.V.A., dettati dai tagli agli atenei ormai incapaci di sostenere un’offerta formativa di qualità e aperta a tutti.”

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