Sardegna, studenti universitari in lotta con l’Ersu: “Rimborsi inadeguati alle difficoltà”

Non si arresta il braccio di ferro tra studenti universitari e Ersu sugli aiuti richiesti per venire incontro alle difficoltà vissute durante l’emergenza coronavirus. Gli hanno chiesto il rimborso delle rette già pagate per l’alloggio alla Casa dello studente ma che a causa del lockdown non è stato possibile abitare. Secondo i rappresentanti degli universitari “i vertici dell’Ersu hanno presentato alla Regione una richiesta di indennizzo da 400 euro, somma che copre soltanto una parte dell’ammontare detratto per il periodo in cui è stato impossibile usufruire del servizio. Si tratta di una proposta che, anche qualora venisse accolta, rappresenterebbe un compromesso al ribasso, concepito nell’ottica di concedere un bonus e non di restituire quanto dovuto: quelli detratti sono infatti soldi degli studenti”.

La cifra inserita nella trattativa degli universitari è di 600 euro a cui si dovrà aggiungere “il rimborso totale dei pasti, corrispondente a tutto il periodo di chiusura del servizio mensa per tutti i laureandi e per tutti gli studenti che rinunciano o hanno già rinunciato all’alloggio. Non basta un rimborso che copra soltanto una parte del totale. Chiediamo inoltre che venga data a tutti gli studenti la possibilità di scegliere tra rimborso e cumulo dei pasti”.

Inoltre, nel protocollo proposto all’Ats per la riapertura degli studentati, “l’ente ha predisposto la chiusura delle cucine: un grave disagio che si aggiungerà agli innumerevoli problemi che caratterizzano la vita nelle Case dello studente. Chiediamo dunque che l’Ersu predisponga con urgenza un nuovo protocollo, da sottoporre all’Ats e che preveda la regolamentazione – con tutte le necessarie precauzioni e sicurezze – per l’utilizzo delle cucine e che tenga conto del pagamento del servizio, compreso nell’affitto detratto o pagato dagli studenti”.

Ci sono questioni amministrative da chiarire come il caso di chi ha sospeso il pagamento delle rette (come disposto dall’ente stesso a inizio maggio) durante i mesi dell’emergenza. Il rischio è che queste persone possano, secondo la normativa nazionale più volte menzionata dall’Ersu, perdere lo status di fuorisede, avendo finora pagato meno di dieci mensilità”.

L’ultima richiesta riguarda la possibilità di “posticipare la scadenza del 10 luglio sulla certificazione dei crediti per le matricole di primo e secondo livello, per ottenere la seconda rata della borsa di studio entro il mese di luglio. Le proposte che l’ente ha avanzato in Regione sono lontane dai bisogni degli studenti, non adeguate a garantire concretamente il diritto allo studio e, per questi motivi, le riteniamo inaccettabili”.

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