È in arrivo una causa civile con relativa richiesta di risarcimento dei danni nei confronti dei genitori degli studenti che l’11 ottobre del 2022 spararono dei pallini di plastica con una pistola giocattolo verso una loro docente in un istituto superiore di Rovigo. Gli avvocati della professoressa Maria Cristina Finatti, che ha rischiato di perdere un occhio, sono determinati nell’andare avanti nell’azione legale anche nei confronti della scuola visto le polemiche furenti che sono nate dopo che tre degli studenti coinvolti sono stati promossi alla classe successiva e con voti in condotta eccellenti.
“Alla luce dei recenti risvolti – ha spiegato l’avvocato Nicola Rubiero al Corriere Veneto – stiamo quantificando i danni patiti dalla docente, che chiederemo ai genitori dei ragazzi coinvolti, perché se c’è un vuoto educativo la responsabilità è delle famiglie”. “Oltre che verso i genitori – ha aggiunto l’avvocato Sambinello – ci riserviamo di verificare i presupposti per intentare causa per il risarcimento anche nei confronti della scuola”.
Intanto emergono nuovi particolari sulla decisione della scuola di riconoscere il 9 in condotta a uno degli studenti che aveva partecipato all’aggressione della professoressa. Lui, come l’altro suo compagno, aveva chiuso il primo quadrimestre con un 5 in condotta. Voto che è lievitato a fine anno scolastico, quando il Consiglio di classe ha ritenuto il loro comportamento “irreprensibile” e in linea con il piano di offerta formativa dell’istituto. E a quel punto la valutazione si è spostata esclusivamente sui meriti scolastici. I due, quindi, sono stati promossi con una buona media, mentre il compagno che aveva portato la pistola in classe è stato bocciato per le troppe insufficienze rimediate nelle materie di studio.
Il ministro Valditara ha inviato gli ispettori proprio per capire se le procedure seguite siano state corrette o meno e i risultati dell’indagine dovrebbero arrivare a breve.
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