Il Miur indaga sulle disponibilità economiche degli studenti “invitandoli” a chiedere un prestito per proseguire gli studi. Nei giorni scorsi, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha inviato un questionario, tramite la società privata PwC, per sondare la possibilità di introdurre lo strumento del cosiddetto Prestito d’onore rivolto a quegli universitari che non riescono a pagarsi gli studi.
Il questionario, un semplice google moduli accessibile a tutti, dopo una prima parte anagrafica che ha lo scopo di censire chi compila lo strumento statistico, indaga gli spetti finanziari di coloro che frequentano i corsi universitari italiani. Quanto hai speso finora? Quanto costa il corso (anche post-laurea) che intendi seguire? Quanto ti ha condizionato nella scelta l’aspetto economico? E, nelle pagine seguenti, il modulo va dritto alla questione: “Sei attualmente beneficiario di una borsa di studio? Hai mai contratto un prestito per finanziare i tuoi studi? Perché non hai mai chiesto un prestito? Quanto saresti disposto a chiedere?”. Ma gli studenti non ci stanno. “Negli ultimi giorni agli studenti di diverse università – Andrea Torti, coordinatore nazionale Link Coordinamento universitario – è apparso sui siti di alcuni atenei e recapitato tramite mail un questionario che valuta la possibilità di istituire, da parte del ministero dell’Istruzione, uno strumento finanziario per erogare prestiti finalizzati all’accesso di tutti i percorsi universitari, meglio noto come “prestito d’onore”. Lo strumento di indagine è rivolto soprattutto ai ragazzi meridionali”.
“L’obiettivo – si legge nella prima schermata – è supportare la partecipazione degli studenti a percorsi di istruzione terziaria collegati alle aree individuate nella Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, in particolare coloro che risiedono nelle Regioni obiettivo del Programma Operativo Nazionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia)”. “L’attivazione dello strumento finanziario – prosegue la nota – è legata alla realizzazione di una valutazione che analizzi le esigenze del mercato e il valore che lo strumento potrebbe fornire (come previsto dal Regolamento UE 1303/2013)”. Gli studenti tuttavia accusano il governo Lega-M5S di volere indebitare chi si accinge a proseguire gli studi dopo la scuola. E soprattutto gli studenti del Sud. In quanto, secondo il sindacato studentesco, l’analoga esperienza inglese e americana è stata fallimentare.
“Dopo appena un mese dall’insediamento – dichiara Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Universitari – il Governo Conte, e in particolare il Miur, mostrano la vera faccia del ‘cambiamento’: il ritorno alle politiche universitarie del duo Gelmini-Tremonti. Il questionario, la cui elaborazione è stata affidata alla società privata PwC, consiste in un modulo google dalla dubbia serietà scientifica. Il form è compilabile infatti per un numero infinito di volte e da chiunque, quindi anche da chi volesse indirizzarne l’esito. E soprattutto non si richiede alcuna opinione di merito sullo strumento, ma unicamente informazioni utili ad elaborare un’eventuale proposta di prestito d’onore”. Udu e Link hanno lanciato una campagna di boicottaggio invitando gli studenti a non compilare il modulo.
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