Studente perde il cellulare in classe: chi lo ha preso (senza restituirlo) adesso rischia il carcere

La Corte di Cassazione ha equiparato al furto l’appropriazione indebita di un telefono cellulare smarrito da uno studente a scuola e ritrovato da una collaboratrice scolastica. Per i giudici l’oggetto doveva essere restituito al legittimo proprietario.

Impossessarsi di un telefono cellulare dimenticato in classe fa rischiare il carcere: è quanto ha stabilito la Corte di Cassazione. La sentenza 27631 del 2022 della Suprema Corte, infatti, si riferisce al caso di una denuncia presentata da uno studente che aveva smarrito il cellulare in aula alla fine di una normale giornata trascorsa a scuola. Cellulare che era poi stato ritrovato da una collaboratrice scolastica che se ne era impossessata catalogandolo tra gli oggetti smarriti e l’aveva poi ceduto ad un’altra persona.

Secondo quanto stabilito, invece, dalla Cassazione in realtà chi si è impossessato del telefonino di fatto ha commesso un furto e non “un’appropriazione di cosa smarrita” visto che l’oggetto conservava i segni del legittimo possessore e quindi era possibile rintracciarlo. E per questo tipo di reati si rischia una multa e la reclusione, quindi il carcere.

Come ricorda il Sole 24 Ore che ha dato notizia della sentenza, l’alunno avrebbe potuto recuperare il cellulare rivolgendosi in segreteria perché nella rubrica erano memorizzate le utenze che avrebbero consentito di identificarne il legittimo proprietario. Inoltre la circostanza che – come riferito dalla madre dell’alunno – nel telefono fossero memorizzati sotto le voci “casa”, “mamma”, “papà” numeri di utenza che avrebbero consentito l’identificazione del proprietario, rende del tutto irrilevante il fatto che il ragazzo non si fosse accorto di non avere più il cellulare.

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