Rotazione presidi, Giannelli (ANP): “La scuola non è un ufficio ministeriale. Inappropriato accomunarli”

“Prima di intervenire a tappeto vanno valutati con cura più fattori e il rapporto costi-benefici”

E’ assolutamente inappropriato accomunare le scuole ai grandi apparati amministrativi della PA” lo afferma il Presidente dell’ANP Antonello Giannelli in merito alla vicenda dell’obbligo di rotazione dei presidi dopo 6 anni, voluto dalla Corte dei conti in applicazione di una norma anticorruzione della legge Severino. “Le dinamiche e soprattutto i fondi a disposizione sono molto diversi e di conseguenza parlare in questi termini di rischio corruzione appare molto superficiale. Trovo inaccettabile l’applicazione di simili automatismi al mondo della scuola nel quale, da sempre caratterizzato dalla insufficienza delle risorse economiche è minimo il rischio di corruzione”.

Sottolinea poi Giannelli: “La scuola non è un ufficio ministeriale, il dirigente scolastico si occupa di una comunità che ha al proprio interno studenti, famiglie, docenti e personale. La progettazione ha tempi più lunghi, sussistono rapporti complessi anche col territorio e questi hanno bisogno di tempo per essere instaurati in modo fruttifero“.

Conclude il Presidente dell’ANP: “La legge Severino si propone di abbattere il rischio di corruzione ma dispone anche di valutare i casi sulla base delle reali condizioni, non imponendo automatismi. Nel caso delle scuole, prima di intervenire a tappeto vanno valutati con cura più fattori e soprattutto il rapporto costi-benefici, anche in termini sociali e specialmente nelle aree più a rischio.”

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