Professioni Sanitarie, Manfredi rinvia il test d'ingresso per 14mila candidati

Dovranno aspettare marzo i 14mila tra infermieri, tenici sanitari, logopedisti, ostetrici, fisioterapisti che oggi avrebbero dovuto sostenere il test di ammissione ai Corsi di Laurea Magistrale delle Professioni Sanitarie. A bloccare tutto è stato il ministro Gaetano Manfredi per il rischio di contagio che giorno dopo giorno sta immobilizzanto il Paese.

La selezione offre un totale di 2.918 posti, di cui 1.499 per Scienze infermieristiche e ostetriche, 639 per Scienze delle professioni sanitarie e della riabilitazione (come fisioterapisti e logopedisti), 420 per le professioni sanitarie tecniche diagnostiche (figure come il tecnico radiologo), 115 per Scienze delle professioni sanitarie tecniche assistenziali e 245 per Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione.

Il rinvio e il recupero

Come dice correttamente Toccalini, il ministro dell’Università Manfredi ha bloccato la prova di ammissione per le lauree magistrali delle professioni sanitarie proprio il 28 ottobre, due giorni prima della data programmata per lo svolgimento. Con un decreto ministeriale, è stato infatti stabilito che la prova «è rinviata a una successiva data che, tenuto conto dell’evoluzione del quadro pandemico e di eventuali ulteriori disposizioni in materia, sarà fissata entro il mese di marzo 2021».

Nella premessa del decreto, si cita anche una nota della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), in cui si richiede lo slittamento della selezione «a causa dell’aggravarsi della pandemia e delle difficoltà organizzative degli atenei nel garantire la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti». In altri termini, sarebbero stati gli stessi rettori delle università italiane a sollecitare un rinvio.

Tuttavia, lo stesso documento del Miur ha decretato (art.1, co.2) che «gli atenei, nell’ambito della loro autonomia organizzativa e gestionale, assicureranno il recupero delle attività formative e degli esami di profitto relativi al primo semestre nel corso dell’anno accademico 2020-2021».

Il deputato leghista è quindi impreciso quando dice che gli studenti rischiano di perdere l’anno. Le università dovranno infatti prevedere il recupero degli esami del primo semestre perso a causa della prova ritardata.

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