Precari atenei: arriva il tetto degli 11 anni. In Parlamento riprende l’iter della riforma della docenza

Prevista la rimozione della distinzione tra ricercatori di tipo “a” e “b” della riforma Gelmini del 2010, e l’introduzione di un tetto massimo di 11 anni al precariato.

Massimo 11 anni da precario in un ateneo italiano: è questo il progetto di riforma che è al vaglio della Camera e che ha ripreso il suo percorso legislativo. Il testo, infatti, è all’esame della Commissione Istruzione ed è un provvedimento articolato in 7 articoli che mette assieme 6 diverse proposte di legge e prova a semplificare il variegato mondo che precede la docenza. Tra le novità più importanti c’è sicuramente la rimozione della distinzione tra ricercatori di tipo “a” e “b” prevista dalla riforma Gelmini del 2010, e l’introduzione di un tetto massimo di 11 anni al precariato.

Dopo aver disciplinato le borse di ricerca post lauream – che potranno avere una durata di 6-12 mesi prorogabili fino a 36 ma senza alcun accesso ai ruoli – i riflettori sono soprattutto puntati sui dottorati che potranno durare al massimo 4 anni contro i 6 di oggi. Ma è sui ricercatori, all’articolo 5 – come riporta oggi il Sole 24 Ore – che arriva l’intervento più profondo. In primis, perché scompare la distinzione tra tipo “a” (a tempo determinato per 3 anni rinnovabile per altri 2) e tipo “b” (triennale a sua volta ma con la possibilità di diventare associato una volta ottenuta l’abilitazione scientifica nazionale) introdotto dalla legge Gelmini del 2010. Di fatto, ci sarà un ricercatore unico in regime di tenure track, fino a un massimo di 7 anni, che dal quarto anno in poi può diventare associato. In secondo luogo, viene previsto che l’accesso al tenure track deve avvenire entro 6 anni dalla fine del dottorato. Infine, sommando i 4 anni da assegnista ai 7 da ricercatore, viene fissato un tetto implicito di 11 anni al pre-ruolo nelle università. Contro i 12 all inclusive previsti attualmente.

L’entrata in vigore di questo nuovo sistema però non dovrebbe essere a breve. Il limite dei 6 anni non dovrebbe riguardare tutti i dottori di ricerca del periodo 2008-2020. Una previsione che ritarderebbe ulteriormente di 10 anni il necessario “ringiovanimento” della docenza nelle università italiane.

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