C’è chi ha definito Jovanotti l’«immigrato speciale» dato il suo anno sabbatico dall’Italia che lo vede trasferito a New York, con famiglia a seguito, probabilmente più impegnato di prima tra concerti, studi ma certamente un maggiore anonimato.
Intervistato dal direttore Corriere della Sera Lorenzo Jovanotti parla di fede, di giovani e di futuro. Sul rapporto con la spiritualità apre ai ricordi che lo ritraggono figlio di un gendarme alla Santa Sede: «con tutti quei cerimoniali e l’ineguagliabile senso dello spettacolo del Vaticano per me era come se papà lavorasse all’Universal Studios».
«La fede in questo momento è forse l’unica zona dove il mio pudore si manifesta in maniera aggressiva». Lorenzo riconosce di aver vissuto la religiosità immerso in valori ipocriti, di quel «credere e non credere tipicamente italiano». Sposato da quattro anni con Francesca Valiani (sua compagna da ormai 19 anni) rende noto che don Gino Rigoldi, suo celebrante, sta dando vita ad un progetto a Milano grazie al quale verranno distribuiti 500 appartamenti alle giovani coppie (la cui somma di età non supera i 70 anni) anche omosessuali.
Già dai tempi di «Ora» Lorenzo Cherubini proclama il suo attaccamento al presente: «viviamo nella migliore delle epoche possibili, non esistono età dell’oro da rimpiangere». La dualità libro di carta/e-book diventa allora perfetta metafora: «Lo strumento libro lo utilizzo ma l’e-book è vantaggioso nonostante manchi il rapporto dei sensi e di feeling. Quest’ultimo è un aspetto di generazionale, che vuole che io sia cresciuto con i libri. È come i cavalli: non è più il mezzo tanto usato un tempo, quindi non si può più dire che è da preferire all’auto».
Jovanotti ha sempre pensato positivo, ottimista per carattere, di un entusiasmo autentico e contagioso perché «se a un Paese in difficoltà noi opponiamo la nostra sfiducia personale non andiamo da nessuna parte».
Giovanni Torchia