Omofobia. Il dibattito a Napoli

Convegno internazionale di psicologia sul tema dell’omofobia intitolato “Omofobia. Atteggiamenti, pregiudizi e strategie d’intervento”. Promotore del convegno il Direttore del Centro SInAPSI della Federico II, il prof. Paolo Valerio.

Parte questa mattina a Napoli il convegno internazionale di psicologia sul tema dell’omofobia intitolato “Omofobia. Atteggiamenti, pregiudizi e strategie d’intervento”.
Un’iniziativa che si propone come confronto sulle prospettive teoriche tra esperienze diverse nel panorama italiano e internazionale. Ne abbiamo parlato con il Direttore del Centro SInAPSI della Federico II nonché promotore del convegno, il prof. Paolo Valerio (in foto).
Prof.Valerio,cosa c’è dietro l’omofobia?
L’omofobia trova le sue radici negli stereotipi, nei pregiudizi e nelle false credenze rispetto all’omosessualità e all’orientamento sessuale che alimentano sentimenti di ansia, paura, disgusto e rifiuto nei confronti delle persone omosessuali. Sentire dire nei talkshow televisivi, per strada ed in generale nel quotidiano, che “l’omosessualità è peccaminosa”, “contro natura”, può contribuire a creare in molti l’idea che l’amore tra due persone dello stesso sesso possa essere negativo e socialmente inaccettabile, rafforzando così i pregiudizi e gli stereotipi su cui l’omofobia si fonda. In termini più generali, dietro l’omofobia vi è sicuramente un aspetto più individuale legato alla propria esperienza di vita e alle peculiari modalità di relazione di ciascuno di noi con i vari tipi di diversità che incontriamo sulla nostra strada ogni giorno; penso, ad esempio, alla diversità di genere e alle donne, alle differenze culturali ed etniche, alle persone diversamente abili.
La scuola e la famiglia (in primis) come possono educare le nuove generazioni alla diversità e al relativismo culturale in genere?
La famiglia e la scuola non solo possono ma hanno il compito di educare le nuove generazioni all’accoglienza e alla valorizzazione di tutte le diversità. Tuttavia hanno ancora bisogno di essere accompagnate e sostenute dalle istituzioni tramite programmi d’intervento e prevenzione specifici. A tal fine, tra le sue varie attività, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” ha attivato una piattaforma web sul tema del bullismo omofobico, (www.bullismoomofobico.it). La piattaforma è stata pensata per accogliere tutti i ragazzi e le ragazze che subiscono atti di prevaricazione per il loro orientamento sessuale o semplicemente perché non rispondono ai tradizionali modelli di mascolinità e femminilità. Il portale è stato pensato in realtà non solo per le vittime ma anche per i prepotenti e per coloro che, a vario titolo, si trovano ad assistere quotidianamente ad azioni di prevaricazione a danno di terze persone.
Quali sono le sue aspettative sul convegno internazionale che si terrà a Napoli il prossimo ottobre?
È da alcuni anni che in Italia, in ambito scientifico ed accademico, si è avviato un dibattito sul tema dell’omofobia: “Omofobia. Atteggiamenti, pregiudizi e strategie d’intervento” è il primo convegno internazionale organizzato in Italia su queste tematiche e mi auguro che consenta di dare l’avvio ad una riflessione di respiro più ampio e permetta alle differenti esperienze italiane e straniere di poter condividere le loro conoscenze e strategie d’intervento. Mi auguro anche di poter raggiungere tramite il convegno un ampio numero di operatori sociali e first responders, penso ai medici, ai poliziotti, gli avvocati ed in genere tutte quelle professionalità che quotidianamente si trovano ad intercettare le manifestazioni di omofobia e transfobia. Infine poiché tra coloro che si sono già iscritti abbiamo molti studenti universitari, spero di poter contribuire, per quanto possibile, alla formazione delle nuove generazioni.

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