Ore e ore di lavoro, ricerca, studio “matto e disperatissimo”. Il risultato? In bagno, o nella spazzatura. Dopo Palermo, dove in un bagno dell’Ateneo furono ritrovate nel gennaio scorso decine di tesi accatastate, eccoci all’Università Statale di Milano.
Milano, Dipartimento di Infomativa, via Comelico: alcuni studenti hanno scoperto centinaia di volumi destinati al riciclo. Le tesi risalgono agli anni compresi tra il 1983 e il 1995. Un esempio? Su una di queste si legge: “Realizzazione di un sistema di comunicazione in aree intelligenti per grosse organizzazioni”, laureato Paolo Sanna, anno accademico 1989-1990.
Come spiega Repubblica Milano, non è chiaro se si sia trattato del gesto di un impiegato che ha voluto liberare l’archivio delle copie obbligatorie che tutti i laureandi devono lasciare in segreteria per essere conservati, o se siano stati alcuni professori che hanno deciso di svuotare i loro armadi con le tesi che hanno seguito da relatori. Fatto sta che per gli studenti non è stato un bel vedere.
Nel 2011, inoltre, alcuni studenti di Scienze Politiche avevano trovato pile di tesi di laurea nel retro del Dipartimento di via Conservatorio: il destino delle copie, anche in quel caso, era lo stesso. Macero, o riciclo. Il punto, però, rimane un altro: far stampare le tesi richiede un costo elevato per gli studenti. Perché non trovare un modo, insomma, per evitare sprechi di carta quotidiani? “Ogni tesi andrebbe fatta conoscere il più possibile nell’ambito in cui è stata scritta – ci conferma un professore -. E’ inutile fare tante copie se poi si conservano a casa. Ai miei studenti consiglio sempre di incontrare gli esperti del settore in cui hanno scritto il loro elaborato, di parlare con loro, di consegnare a più persone possibile la propria tesi. Solo così tutto questo ha un senso”.
IL CASO DI PALERMO: TESI DI LAUREA ACCATASTATE IN BAGNO
RN