L’Università "economica" secondo Gelmini

Stop ai corsi inutili con pochi iscritti e ad esami con pochi crediti che fanno proliferare le cattedre. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini illustrando a Palazzo Chigi il decreto ministeriale 17 del 2010, firmato oggi, sui nuovi requisiti necessari per i corsi di studio e del piano di programmazione triennale degli atenei.

Stop ai corsi inutili con pochi iscritti e ad esami con pochi crediti che fanno proliferare le cattedre. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini illustrando a Palazzo Chigi il decreto ministeriale 17 del 2010, firmato oggi, sui nuovi requisiti necessari per i corsi di studio e del piano di programmazione triennale degli atenei.
Il decreto, ha spiegato la Gelmini «consolida ed estende le misure annunciate nelle Linee Guida del Governo per l’Università e nella nota 160, grazie alle quali il numero dei corsi di laurea è calato di quasi il 20% passando da 6mila a 4.800». Via poi i mini esami. «Non potranno più esistere moduli da meno di 5-6 crediti» e tetto al numero di insegnamenti attivabili. «Vogliamo favorire – ha detto ancora Gelmini – la riqualificazione dei corsi di laurea e una programmazione basata su legittime necessità».
Il decreto prevede poi l’eliminazione della possibilità di attivare corsi di studio anche in carenza dei requisiti di docenza e di includere nel calcolo dei docenti anche il numero dei corsi in itinere. Inoltre, prevede la disattivazione dei corsi, sentita anche l’agenzia nazionale di valutazione, con un numero di immatricolazioni inferiore ai valori minimi. Le università con un basso numero di immatricolazioni saranno penalizzate nella ripartizione del fondo di finanziamento ordinario.

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