L'intervista ad un ricercatore

A seguito della conferenza stampa tenutasi, lunedì 5 luglio 2010, presso “La Sapienza”, abbiamo intervistato la docente Federica Casalin, ricercatore di letteratura cinese.

A seguito della conferenza stampa tenutasi, lunedì 5 luglio 2010, presso la facoltà di Lettere e Filosofia de “La Sapienza” riguardo l’ormai prossimo ddl Gelmini, abbiamo intervistato la docente Federica Casalin, ricercatore di letteratura cinese presso la facoltà di Studi orientali dell’ateneo romano:
Dott.ssa Casalin, Lei è una ricercatore di questo ateneo, quali sono le Sue sensazioni a conclusione di questa giornata?
Penso siano state lanciate delle iniziative positive che possono avere qualche risonanza presso l’opinione pubblica. Io credo che la cosa più importante sia che in questo momento ci sia coesione fra docenti e studenti. Io per esempio, per quanto riguarda le iniziative per gli esami e per la sospensione della didattica, ho dichiarato la mia indisponibilità a sostenere ore di didattica che vadano oltre la cosiddetta “didattica integrativa” prevista dal mio contratto. Ciò limita notevolmente il lavoro didattico da me svolto negli anni scorsi: è per me una scelta molto amara perché fare lezione mi entusiasma e penso sia una penalizzazione per gli studenti non avere un docente che spiega durante tutto l’anno. Tuttavia, è anche vero che siamo arrivati ad un punto di non ritorno: o si protesta ora o non si torna più indietro. Spero che gli studenti si diano da fare per capire le ragioni profonde della protesta, la mia sensazione è che non siano sufficientemente informati. Ed è facile che questa contestazione venga strumentalizzata per dimostrare una sorta di “nullafacenza” del corpo docente, cosa molto rischiosa.
Una parola per gli studenti
Protestate, protestate! Perché l’Università pubblica è la garanzia di uno Stato sano con delle persone che hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità di formarsi a prescindere dalla provenienza. Siamo in un paese in cui le condizioni di partenza, in questo momento storico, possono determinare il futuro delle persone. Quindi assolutamente protestate, poi voi studenti siete anche più fantasiosi nel farlo. Cercate di sostenere questo movimento, anche perché dopo “l’onda”, momento molto bello, sincero e partecipato c’è stata una forte incrinatura e anche noi docenti dobbiamo ricercare il rapporto con gli studenti.
Ha paura per il prossimo anno?
La mia paura è che vengano sospesi i corsi di laurea, la paura reale c’è.  Io vorrei fare didattica anche perché sono una docente giovane e imparo molto dalla didattica, imparo dall’interazione con gli studenti e quindi paradossalmente è una penalizzazione anche per me. Ma forse è il male minore, ho ascoltato con terrore le parole della Preside Fattori che afferma di essere una docente che presto andrà in pensione, trasformandosi così,  in un elemento fondante per i requisiti minimi delle università private.  Ecco, per me è una cosa che fa accapponare la pelle; è quindi un momento in cui bisogna stare con gli occhi aperti e non bisogna lasciarsi soffocare dall’indifferenza, dal fatto che difficilmente la stampa partecipa. Bisogna rimanere uniti e avere molta resistenza.
Giuliano Levato

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