Come si Fa a Diventare

A ciascuno il suo iter, non sempre agevole.

Dopo il diploma arriva il momento della scelta del corso di laurea. A partire da questo momento un primo passo è già stato compiuto verso la propria realizzazione professionale. A seguire il secondo step: il conseguimento della laurea e la strada che si divide come ad un bivio, tra il tirocinio e una scuola di specializzazione, o magari un master, fino ad arrivare all’eventuale esame di stato. Insomma, di studiare non si finisce mai. È vero, il percorso può essere lungo e in salita, ma l’importante è essere preparati ed evitare scorciatoie che possano rivelarsi dei passi falsi.

COME SI FA A…DIVENTARE MEDICO
mestmedico_384.jpgPrima che una professione è una vera e propria vocazione. Diventare medico non è alla portata di tutti. E non solo perché bisogna provare una forte inclinazione verso gli altri, prima conditio di una selezione naturale, ma anche perché i test d’ingresso sono molto selettivi (il numero dei posti disponibili annualmente è stabilito dal Ministero). Il corso, rinominato dopo la riforma universitaria “Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia”, dura 6 anni. Le discipline di insegnamento sono distribuite su 5 anni di corso, mentre il sesto anno è destinato essenzialmente al tirocinio professionalizzante.
Dopo la laurea c’è l’esame di stato: 3 mesi di tirocinio presso reparti di Medicina Interna, Chirurgia e ambulatori di medici di base, e poi una prova finale che consiste in un test di 90 quesiti. Ma non è finita qui. Quasi sempre il percorso formativo dei medici prosegue con la Specializzazione. Si tratta di un corso post-laurea, che dura dai 2 ai 6 anni, e forma profili professionali specifici. I posti disponibili però sono sempre inferiori alle domande, ma per chi ce la fa è prevista una borsa di studio di circa 900 euro mensili. Alla fine del corso si discute la tesi di Specializzazione e dopo un percorso lungo mediamente 10 anni si diventa finalmente medici a tutti gli effetti!

L’esperienza
Claudia Caserta, 29 anni, è quasi agli sgoccioli. Al quarto e ultimo anno di Specializzazione in Oncologia all’Università di Perugia, ha quasi coronato il sogno di quando era bambina. “Durante il liceo classico mi ero così appassionata alle lettere che avevo per un attimo cambiato idea, pensando ad un futuro da insegnante – racconta – ma appena dopo gli esami di maturità non ho avuto dubbi: Medicina era il corso di laurea che si avvicinava di più al mio modo di essere”. Un mese e mezzo di studio estivo e poi i test d’ammissione superati con successo. Solo verso il quarto anno però Claudia ha capito di volersi specializzare in oncologia. “I primi anni si studiano materie molto generiche, che hanno poco a che vedere con la medicina, dal quarto anno invece si cominciano a frequentare i reparti e si comincia a capire con cosa si ha a che fare davvero”.
Tra pochi giorni Claudia volerà ad Amsterdam per uno stage in laboratorio nel reparto di oncologia dell’università olandese. E per il futuro? “L’oncologia non garantisce molti sbocchi lavorativi, la carriera ospedaliera è praticamente l’unica possibile. Ma io ho scelto d’istinto perché era questo che sentivo di dover fare e consiglio a chiunque voglia intraprendere la professione di medico di dar ascolto solo alle proprie inclinazioni”.

Come si fa a…diventare COMMERCIALISTA
La strada è lunga e spesso in salita. Perché al classico “3+2” c’è da aggiungere un “+3” che indica gli anni di tirocinio necessari per l’iscrizione all’albo professionale. Non solo, infatti, per diventare commercialista è necessaria la laurea in Economia, ma è indispensabile anche il biennio specialistico, a cui si aggiunge un triennio di pratica presso lo studio di un professionista che sia iscritto all’ordine da almeno 5 anni. Le tappe da tenere a mente sono queste: una volta laureati bisogna iscriversi come praticanti presso il proprio ordine di appartenenza; quindi cercare uno studio che vi prenda a far pratica e ogni sei mesi tornare all’ordine con il tesserino firmato dal vostro dominus che certifica l’attività svolta durante il tirocinio. Dopo trentasei mesi, e quindi sei revisioni del tesserino, potrete sostenere l’esame di stato che si tiene 2 volte l’anno. Ricordate però che nei 3 anni di pratica (spesso gratuita o solo con rimborso spese) non potrà esserci un’interruzione più lunga di 18 mesi, pena l’annullamento del tirocinio svolto.
Superato l’esame, che verte su materie economiche, finanziarie e sul diritto commerciale, privato e societario, vi si aprirà un mondo. Perché la professione del commercialista è davvero ampia: si va dalla revisione e formulazione di giudizi sui bilanci di imprese ed enti, alla valutazione di aziende, dall’assistenza e rappresentanza davanti agli organi della giurisdizione tributaria all’incarico di curatore, commissario giudiziale e commissario liquidatore nelle procedure concorsuali, giudiziarie e amministrative, passando per la valutazione dell’adeguatezza del patrimonio di fondazioni e associazioni.

L’ESPERIENZA
dok-primo-piano.JPGAndrea Monachesi, 32 anni, è da poco entrato nel regno dorato dei Dottori Commercialisti a tutti gli effetti. Quattro anni all’università per una laurea vecchio ordinamento, tre anni di praticantato con qualche interruzione di mezzo e un esame di stato da poco concluso con successo. “Ho pensato di intraprendere questa strada dopo i primi anni di studi. Ho frequentato la facoltà di Economia di Roma Tre, ma per la tesi mi sono concentrato sul ‘Controllo di qualità’, argomento lontano dalle materie commerciali”. E proprio un anno di lavoro presso l’azienda in cui era stato ospite come laureando è stata la molla che ha fatto tornare Andrea sui suoi passi ripescando i propositi di qualche anno prima. “Ho capito che il lavoro da impiegato non faceva per me e ho deciso di continuare la pratica da commercialista che avevo già iniziato immediatamente dopo la laurea”. E oggi che il sogno professionale è coronato? “Sono molto contento, anche se so che le soddisfazioni vere arriveranno tra qualche anno”. Se dovesse dare un consiglio a chi si appresta ora ad intraprendere il suo stesso percorso? “Prima di tutto scegliere un percorso universitario che privilegi le materie attinenti alla professione e cercare di trovare almeno un cliente da seguire in proprio anche durante la pratica, esercizio che vale molto più di qualunque manuale. Poi c’è da mettere in conto molte ore di lavoro, perché spesso si corre dietro alle scadenze senza guardare l’orologio. Bisogna armarsi da subito di tanta buona volontà!”.

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