SPECIALE UNIVERSITA’ TELEMATICHE. Il titolo? Lo prendo a distanza

Circa 1.500 studenti nell’anno accademico 2004/2005, quasi 40.000 iscritti in corso nel 2011/2012. In Italia le università telematiche hanno conosciuto un vero e proprio boom in sette anni di attività, oggi esistono undici strutture autorizzate dal Miur e, nel complesso, i discenti online costituiscono poco più del 2% dell’intera popolazione studentesca universitaria. Gli atenei telematici vennero introdotti con il d.m. del 17/04/2003 del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di concerto con quello dell’Innovazione Tecnologica che definì criteri e procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici riconosciuti dall’ordinamento giuridico. Il periodo d’oro, però, sembra finito. Stando ai dati pubblicati ad inizio aprile dall’Anagrafe Nazionale Studenti del Miur nel 2012 la costante crescita del numero di studenti si è interrotta facendo registrare per la prima volta nella storia il segno negativo in relazione ai dati dell’anno precedente. Il fenomeno è confermato dal calo delle immatricolazioni: circa 2000 nuove iscrizioni in meno nell’a.a. 2011/2012 rispetto al 2010/2011.

Il Corriere dell’Università Job ha condotto un’indagine su quantità e tipologia di iscritti e laureati agli atenei online integrando i dati mancanti con le indicazioni provenienti dall’Ufficio Statistico del Ministero. In assenza di info complete per l’anno accademico in corso (come riporta l’indicazione in home page del sito https://anagrafe.miur.it/index.php “i dati relativi all’anno accademico 2012/13 sono provvisori”) sono stati raccolti e analizzati i numeri più più recenti. Ecco il quadro che emerge dal loro studio.

Universitari telematici Il totale preciso, aggiornato al 5 aprile 2013, è 39.792. Tante sono state le persone che hanno scelto un’università telematica per frequentare un corso di laurea nel 2011/2012. Di anno in anno, a partire dal lontano 2004, il numero di discenti è aumentato in media di 6500 unità. Soltanto nell’ultimo periodo la crescita si è arrestata, soffermandosi sostanzialmente sui livelli dell’anno precedente. Qual è la tendenza per il 2013? Impossibile dirlo vista l’assenza di dati precisi sulle nuove immatricolazioni ma dal sito del Miur è possibile constatare che la più frequentata università telematica italiana, la Gugliemo Marconi, ha già visto salire la quantità dei propri studenti sino a quota 15.166 (in aumento rispetto ai 14.894 iscritti dell’anno precedente).

Ma chi frequenta le università telematiche? Due studenti su tre sono uomini che appartengono alla fascia di età degli over 30. Questi atenei sono per lo più composti da studenti-lavoratori, persone magari già inserite in un determinato settore professionale e per questa ragione impossibilitate a garantire una frequenza assidua come potrebbe essere quella richiesta nelle università tradizionali. Si tratta perlopiù di professionisti che decidono di specializzarsi e conseguire il titolo a distanza. I giovanissimi under 22 costituiscono appena l’8,5% dei discenti che passano direttamente dalle telematiche per laurearsi. Uno su quattro appartiene alla fascia di età media 23/30 mentre per la decade successiva (31/40) si sale a quota 29%. La maggior parte degli iscritti si ritrova nelle persone al di sopra dei 40 anni che rappresentano il 37% del totale.

Chi è il dottore online? L’ultimo dato completo sui laureati telematici è invece relativo all’a.a. 2010/2011 quando hanno conseguito il titolo 4808 studenti. Anche in questo caso, vista la maggiore quantità di iscritti, gli uomini prevalgono: più del 70% dei dottori sono di sesso maschile. Venendo alla tipologia di lauree conseguite la grande maggioranza dei laureati, quasi quattro su cinque, è ascrivibile all’area sociale (comprensiva delle seguenti aree disciplinari: comunicazione, cooperazione e sviluppo, difesa e sicurezza, diritto, economia, gestione aziendale, scienze dell’amministrazione, psicologia, scienze politiche e relazioni internazionali, scienze del servizio sociale, sociologia, turismo). I restanti laureati telematici si collocano, parimenti, nell’area scientifica e nell’area umanistica. L’ambito sanitario rimane del tutto escluso.

Tra le quattro grandi aree scientifico-disciplinari in cui si articola il complesso dell’istruzione universitaria nostrana il successo del settore sociale è dovuto soprattutto alla presenza dei corsi in scienze politiche (1400 laureati, sempre in relazione all’a.a. 2010/2011), economia (1111) e giurisprudenza (940).

 

LE UNIVERSITA’  TELEMATICHE RICONOSCIUTE DAL MIUR

Università Telematica “LEONARDO da VINCI”

Università Telematica “E-CAMPUS”

Università Telematica “GIUSTINO FORTUNATO”

Università Telematica GUGLIELMO MARCONI

Università Telematica San Raffaele Roma

Università Telematica Internazionale UNINETTUNO

Università Telematica “ITALIAN UNIVERSITY LINE” – IUL

Università Telematica PEGASO

Università Telematica UNITELMA SAPIENZA

UNICUSANO Università degli Studi Niccolò Cusano

Università Telematica “Universitas MERCATORUM”

 

ISCRITTI 2011/2012 DIVISI PE ETA’

Under 22 – 8,5%

Fascia 23/30 – 25%

Fascia 31/40 – 29%

Over 40 – 37%

Altro (non rinvenuto) – 0,5%

I LAUREATI 2010/2011

Area Sanitaria 0

Area Umanistica – 10%

Area Scientifica – 10,5%

Area Sociale – 79,5%

 

SONO ON LINE. E ADESSO? Un account privato con password e utenza personalizzabile. Un libretto elettronico che raccoglie le votazioni delle prove sostenute e traccia tutte le azioni svolte all’interno del portale. Chi è iscritto ad un’università telematica trova a sua disposizione un luogo virtuale in cui muoversi, suddiviso tra l’area di apprendimento con i materiali d’esame (documenti di testo e file audio/video), senza perdere di vista la dimensione umana mediante pagine che rendono possibile l’interazione con i colleghi e l’assistenza lungo tutto il percorso formativo (grazie ad appositi tutor). Così si presenta generalmente lo spazio dello studente telematico. Ogni ateneo è articolato in corsi di laurea le cui materie di studio vengono suddivise in unità didattiche. È comunque obbligatoria una frequenza per i discenti, si richiede loro una partecipazione assidua nel cyberspazio didattico: dalla selezione delle lezioni virtuali allo studio di fatto, dallo svolgimento delle esercitazioni sino alla partecipazione alle attività collaborative con gli altri studenti (forum, chat, sessioni live, etc.).

E-LEARNING. MODELLI A CONFRONTO. L’e-learning, il sistema di apprendimento a distanza mediante il ricorso alle tecnologie multimediali, ha una lunga storia. Nel nostro paese tra i “non addetti ai lavori” lo studio online sconta ancora incertezze e diffidenze, all’estero gode invece di maggiore fiducia e numerosi attestati di stima. Il concetto di università telematica nasce in Europa già negli anni ’70, la Formazione a Distanza (FaD) trova applicazione con l’Open University britannica che permette anche a chi non può frequentare i corsi ordinari di laurearsi. Oggi l’Open University giunge a contare quasi 200.000 studenti. Strutture moderne ed efficienti si affermano rapidamente nel resto del continente: in Spagna nasce la Universidad Nacional Education a Distancia e poi l’Universidad Oberta de Catalunya, in Germania viene riconosciuta la FernUniversitat, in Francia è la volta del Centre National d’Enseignement à Distance, più tardi l’Olanda si dota della Open Universiteit Nederland, in Portogallo viene aperta l’Universidade Aberta e in Grecia l’Open Hellenic University, anche nella regione scandinava vengono istituti centri come la Swedish Net University e la Finnish Virtual University. In Italia, invece, le università telematiche compaiono soltanto in questo ultimo decennio con uno sviluppo decisamente meno organizzato. Nella maggior parte degli stati europei le università telematiche riconosciute, nate grazie all’iniziativa pubblica, hanno trovato espressione in una o due strutture. Il caso italiano rappresenta invece un unicum del sistema. Qui le telematiche sono proliferate per iniziativa dei soggetti privati e sono arrivate a raggiungere un numero di atenei così elevato che è ben lontano dagli standard delle altre nazioni europee.

Grande opportunità o laurea facile? È questo il grande dilemma che spesso ruota intorno alle università telematiche. Il giudizio varia a seconda dei punti di vista e delle esperienze svolte, ci si può limitare ad elencare brevemente i “pro” e “contro” ricorrenti.

L’Università fatta su misura. Da eliminare il luogo comune secondo cui chi frequenta a distanza possa studiare poco e sostenere esami relativamente semplici. In molte telematiche è possibile ricevere una didattica di qualità che non ha nulla da invidiare ad atenei prestigiosi. Non è un caso, inoltre, che al giorno d’oggi quasi tutte le università tradizionali ricorrano a spazi online legati allo specifico corso dove i docenti caricano slides proiettate a lezioni o dispense digitali. Inoltre buona parte di queste stesse università si affida al e-learning per lo svolgimento di master e corsi di perfezionamento. Ambiente accademico, ma non solo. La validità dello studio telematico si riscontra anche nell’utilizzo che ne fanno enti nazionali di formazione come Isfol o Formez. Perché allora scegliere una Università online?

– Didattica “on demand”. È possibile adattare lo studio alle proprie esigenze e ai ritmi quotidiani ottimizzando così il tempo dedicato all’apprendimento

– Accessibilità totale. Basta una connessione internet per rompere qualsiasi barriera di accesso e garantire l’affermazione del lifelong learning (o apprendimento permanente)

– Acquisizione di competenze. Verifica immediata dell’apprendimento, percorsi ipertestuali, processi cognitivi di autoformazione

– Snellimento burocratico. Niente file nelle segreterie o per il ricevimento coi professori. Si fa tutto online

E cosa c’è da migliorare. Esistono appositi organismi istituzionali chiamati a valutare il livello dell’offerta formativa. Oggi questo ruolo è svolto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca succeduta giuridicamente al Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitari. Se abbiamo descritto rapidamente i vantaggi delle Università Telematiche è giusto chiedersi quali sono le maggiori criticità che emergono? Queste sono messe in luce proprio dal Cnvsu nel 2010, con un dossier ad hoc contenuto nel Decimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario. Ecco i principali punti deboli evidenziati nel documento, riscontrati anche in alcuni dei rapporti dell’Anvur sulle recenti verifiche dei risultati conseguiti dagli Atenei telematici al termine del primo quinquennio di attività.

– Laureati precoci. Titoli conseguiti prima dei termini grazie al riconoscimento dei crediti, spesso collegato a convenzioni con enti vari.

– Carenza docenti ordinari. Personale di ruolo che non soddisfa i requisiti minimi di docenza in relazione al numero di corsi di studio offerti

– Deboli risorse finanziarie. Risorse investite non corrispondenti ai relativi piani di sviluppo.

– Eccessiva frammentazione dell’offerta didattica e scarsa integrazione delle telematiche col tessuto universitario tradizionale

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  1. Sono uno studente dell’Unicusano – Università degli Studi Niccolò Cusano di Romae vi posso dire che è un ateneo molto ma molto serio dove occorre studiare tanto per superare l’esame. Inoltre la Cusano è un unicum perché essa nasce come telematica ma oggi è un ateneo a tutti gli effetti tradizionale, infatti ha un campus gigantesco dove vi svolgono le lezioni in presenza. Qui inoltre si può dormire negli alloggi del campus, pranzare in mensa. Dunque un’università davvero all’avanguardia. E con una didattica di altissimo livello. E’ un’università prestigiosa.

  2. Sono attualmente uno studente della Nicolò Cusano, e studiando economia e management in questa università posso dire che ci vuole davvero molto impegno per superare gli esami ed eccellere nei voti Avendo frequentato precedentemente la Sapienza in molti aspetti mal organizzata (soprattutto sotto quello burocratico) senza parlare poi del tempo perso negli spostamenti e nelle lezioni che in alcune materie ho trovato poco esaustive e senza la giusta collaborazione dei professori.
    Con lo studio telematico invece oltre a poter dedicare maggior tempo allo studio vero e proprio, riesco ad adempiere a i miei obblighi lavorativi, poi credo sia doveroso indicare i vantaggi dati dal poter fare gli esami tutti i mesi senza dover attendere le tempistiche molto più lunghe come accade a studenti che frequentano atenei tradizionali,credo sia anche questo il motivo per cui sia possibile laurearsi con le giuste tempistiche.
    Io credo e spero che il futuro delle telematiche sia lungo e prospero e che la collettività possa un giorno riconoscervi i giusti meriti come d’altronde accade da molti anni all’estero.

  3. Prima laurea università federico II di napoli, seconda laurea in economia presso la Unicusano, mi sono laureato in tempi rapidi alla prima ho impiegato più tempo alla UNicusano.
    La qualità del corpo docente della unicusano secondo me è nettamente superiore. Nonostante vi assicuro studiassi sono stato bocciato per ben tre volte.

  4. La migliore è senza dubbio la Guglielmo Marconi ( la prima a nascere, numero di studenti, struttura sul territorio, docenti, serietà dei corsi di laurea, assistenza e tutoraggio). Ma anche lei ha delle criticità lo dico da studente quasi laureato, e cioè a volte mancanza di un contatto con il docente che sarebbe servito, esami non proprio ben strutturati rispetto alla didattica, stessa didattica in alcuni corsi da rivedere. Cioè non è l’eccellenza che vogliono far passare, anche se i nuovi corsi sono davvero ben ben fatti e di livello ottimo, io ho fatto ingegneria. Si è anche dotata di un laboratorio con torni e macchinari vari che tante piccole-medie statali che erogano corsi in ingegneria non hanno. Il caos è nella poca serietà della gestione politica italiana, che tanto per cambiare si dimostra una pagliacciata(magari lo fosse sarebbe un gioco da circo invece si parla di vita reale). Andiamo in Europa a far figure barbine di continuo e ci andiamo anche con la faccia tosta, diamo la colpa all’Euro ad es. quando il primo problema siamo noi. Come hanno fatto tutti gli altri paesi, le telematiche dovrebbero essere al massimo due, forse meglio statali, come la UNED spagnola(che conta 150.000 studenti). Mentre qui come giustamente osservato da questo articolo (per la prima volta imparziale perchè sul web si legge di tutto) abbiamo lasciato inziziativa ad ogni privato di aprire “atenei” senza avere docenti, strutture, con leggi ad hoc che non hanno senso…una vera vergogna. La tendenza è quella di veder crescere questo tipo di formazione come avviene ora ovunque nel mondo (se avvenisse il contrario saremmo davvero un paese finito) e di veder crescere la Marconi in primis ancora di più di quanto è successo già in questi anni. Io spero in un consorziamento con la Sapienza ad esempio, si potrebbe sfruttare tutto un bacino di docenti, attrezzature, competenze che ovviamente un ateneo come quello può dare (già in verità la Marconi ha molto della Sapienza, da alcuni professori ad una impostazione simile sotto più punti di vista)

  5. Un’altra cosa che voglio aggiungere, è che facendo esami soprattutto su Roma ho notato un Ateneo “classico”, a misura di studente medio, dove si viene trattati con gentilezza ma serietà, esami seri, professionalità dei docenti, nessun tipo di sconto, struttura anche fisica “normale” , è un ateneo davvero “open” che ti da la formazione che ti deve dare senza pretendere di essere la LUISS o la Bocconi e senza scadere di qualità invece…ottimo compromesso e buona formazione, ripeto negli ultimi anni sempre di più con alcune (piccole) criticità che è logico abbiano un pò tutti agli inizi soprattuto se non aiutati dallo Stato

  6. Se ho ben capito le università telematiche sono riconosciute dal MIUR… Ma il titolo, è anch’esso riconosciuto dal MIUR come quello delle università tradizionali? Mi trovo a fare questa domanda perché sto frequentando un corso (Coordinatore pedagogico) riconosciuto dal MIUR, dove adesso che l’ho quasi terminato, ho capito che il titolo che ne conseguirà non è riconosciuto dal MIUR per cui la spendibilità sarà limitata. praticamente, professionalmente parlando non ho fatto nulla!!

  7. Personalmente ho diretta esperienza di tre diversi atenei tradizionali e sto cercando di raccogliere informazioni sull’università telematica in quanto sto valutando una eventuale iscrizione. Credo che questa tipologia di studio sia l’unica efficace difesa del diritto universale allo studio, grazie all’abbattimento di moltissime barriere prevalentemente materiali: è un risparmio di risorse enorme di diverso genere e facilmente intuibili. E forse questo metodo, mi sembra di capire, garantisce un miglior controllo sulla qualità della didattica erogata. Non vedo controindicazioni particolarmente gravi se non l’ovvia presenza di limiti presente in ogni organizzazione e e correggibili nel tempo. Questo è quello che mi sembra di capire per il momento. Comunque articolo equilibrato, obiettivo, mi pare.

  8. Vorrei iscrivermi alla facoltà di scienze della formazione presdo l università Guglielmo Marconi. Ha egual valore, ai fini dell insegnamento presso le scuole pubbliche, rispetto alla laurea conseguita presso un’università pubblica?

  9. Salve, sono uno studente della Uni San Raffaele di Roma. Personalmente, avendo già due lauree e studiando presso una Università telematica posso assicurarvi che si studia seriamente e che è più impegnativa. Secondo me il vantaggio delle telematiche non è una Laurea facile bensì le agevolazioni in termini di costi di spostamenti, tempo, e altro, soprattutto per chi lavora già. Sul prestigio del titolo, mah, per me conta il saper fare. Umberto

  10. Scusate non ho capito se le lauree conseguite dalle uni telematiche sono equipollenti alle statali. Mi interessa capire se mi laureo in psicologia alla uninettuno quando entro nel mondo del lavoro come vengo vista rispetto a una psicologa della uni statale? Consigliereste la uninettuno?

  11. Mi ero informato per fare l’università telematica, ma con mio grande stupore ho appreso che i costi sono molto più alti rispetto all’università fisica perchè c’è da pagare tutto il materiale di studio, fornito a carissimo prezzo.

    Sapete se è ancora così?

    Grazie.

  12. Salve vorrei iscrivermi a scienze dell’educazione all ‘ università Pegaso e vorrei sapere da qualcuno che la sta frequentando cOme si trova e se vi sono poi sbocchi lavorativi grazie

  13. BUONGIORNO A TUTTI UNA DOMANDA VORREI ISCRIVERMI AL CORSO GESTIONE IMPRESE UNIVERSITA’ MERCATORUM ……MI AFFLIGGE LA MIA INSICUREZZA SU ESAMI SOLAMENTE SCRITTI E VERTONO SU TRE DOMANDE APERTE…….LA MIA PAURA E’ DI NON RICORDARMI TUTTO SUGLI ARGOMENTI…….A DIFFERENZA DOMANDE MULTIPLE DELLA PEGASO CHE MI DANNO PIU’ TRANQUILLITA’…….MA SECONDO VOI QUESTE TRE DOMANDE APERTE POSSONO ESSERE SU ARGOMENTI GENERALI OPPURE POTREBBERO ESSERE CAVILLOSE???????
    RISPONDETEMI AL PIU’ PRESTO……………

  14. Sono uno studente di una nota università telematica e lo stesso corso che sto facendo l’ho fatto anche in una nota e prestigiosa università statale e tradizionale. Per assicurare che non voglio diffamare o pubblicizzare qualcosa non metterò i nomi di nessuna delle due università!

    Nella vita cari ragazzi dovete stare attenti a quello che sentite, perchè spesso ciò che sembra bello fa schifo e viceversa, e dalla mia esperienza è stata l’università tradizionale a fare schifo. Nell’università tradizionale dove andavo c’era maleducazione e confusione a non finire ed era anche vietato rifiutare il voto dato del professori, chi rifiutava il voto veniva minacciato di riceverne uno più basso a priori la volta successiva: E’ UN REATO QUESTA COSA. Inoltre le assistenti dei professori non venivano scelte sulla base dell’abilità ma sulla base del coefficente anale: vinceva quella con il culo più bello. Le assistenti dei professori erano tutte donne bellissime.

    INOLTRE VORREI SOTTOLINEARE CHE C’ERANO ALLA TRADIZIONALE DELLE MAFIETTE, STUDENTI E PROFESSORI SI ALLEAVANO, GLI STUDENTI FACEVANO FARE AI PROFESSORI I LORO COMODI E QUELLI IN CAMBIO GLI DICEVANO DOMANDE E RISPOSTE DELL’ESAME!
    SE ERI NEL GIRO PRENDEVI 30 E LODE SENNO’ NIENTE. E QUESTO ACCADE IN UNA “PRESTIGIOSA” E FAMOSA UNIVERSITA’ PUBBLICA NELLE PRIME POSIZIONI MIUR…SICURAMENTE ERA NELLE PRIME 10… PER NON PARLARE DEL MOBBING CONTRO L’EVENTUALE STUDENTE ONESTO. HO POI SAPUTO CHE CERTI MECCANISMI CI SONO IN TUTTE LE TRADIZIONALI E PUBBLICHE. CI SONO STATI CASI ANCHE DI VIOLENZA SESSUALE, PRESTAZIONI SESSUALI IN CAMBIO DEL 30.

    SE MI METTO A RACCONTARE TUTTO QUELLO CHE HO VISTO NEL PUBBLICO CI SCRIVO UN LIBRO!

    Nell’online invece mi sono trovato bene perchè è tutto molto semplice, si guardano le videolezioni registrate DEI PIU’ BRAVI PROFESSORI AL MONDO (NON SOLO ITALIANI!) CHE VALGONO COME SPIEGAZIONE, SI STUDIA SUI LIBRI, CHE SONO GLI STESSI DELLA PUBBLICA, E POI SI VA A DARE L’ESAME IN PRESENZA, DOVE COL CAVOLO CHE TI DICONO LE RISPOSTE!

    LA LAUREA ONLINE HA LO STESSO LIVELLO LEGALE DELLA PUBBLICA!

    MA ALLORA PERCHE’ TUTTO QUESTO ACCANIMENTO CONTRO L’ONLINE?

    E’ FACILE… GLI ATENEI ONLINE FREGANO CLIENTI ALLE UNI PUBBLICHE E I BARONI, I FAMOSI BARONI, LE TENTANO TUTTE PER MANTENERE IL POTERE. LE BUGIE VENGONO DETTE DALLA GENTE CATTIVA E IN MALAFEDE E RIPETUTE DAI CRETINI!

    NON A CASO—-> SONO LE UNIVERSITA’ PUBBLICHE CHE -ORA- SI ADEGUANO E ISTITUISCONO ANCHE LORO CORSI ONLINE PARALLELI A QUELLI TRADIZIONALI.

    QUINDI QUESTE PUBBLICHE CHE SI ADEGUANO NON SONO “ANTICHE” SONO SOLO VECCHIE!

  15. ciao a tutti,
    io sono indeciso perchè vorrei poter conseguire una laurea online perchè frequentare mi è difficle. Ma finora mi dembra che la scelta vada sempre a ricadere su uni marconi e uni nettuno. DOve posso trovare info utili su quale università online scegliere ? Onde evitare di prendere cantonate ?

  16. Sono uno studente lavoratore, quindi impossibilitato a frequentare.

    Vorrei portare la mia testimonianza:

    – vivo a Roma, ma siccome tutte le università pubbliche prevedono frequenze obbligatorie che il lavoro non mi consente di espletare, non erano per me accessibili;
    – mi sono iscritto a L’Aquila ad Economia, che non richiedeva la frequenza obbligatoria, con la formula part-time, recandomi in facoltà solo per gli esami; è stata una bellissima esperienza, ottima università e ottimi docenti, molto preparati, riscontravo solo poche osservazioni eccepibili:

    1. alcune volte le cose spiegate dai professori non le ritrovavo nei testi, a volte le dispense non erano online e neanche sapevo fossero state date
    2. pochissimi appelli nel corso dell’AA (comune a tutte le università pubbliche).

    Con il terremoto i disagi sono aumentati in modo esponenziale, il susseguente abbattimento della quota di iscrizione ha moltiplicato il numero di studenti: a volte per un esame era necessario recarsi li’ 1 giorno per lo scritto e 2 per l’orale (e nei mesi invernali, permessi dal lavoro e corse sulla Roma-L’Aquila).

    A Roma intanto gli amici mi dicevano che i professori in altre realtà spesso si assentavano per altri incarichi, che agli appelli si presentavano 60 persone, che spesso subivano ingiustizie (cose che a L’Aquila non esistevano). Così ho scelto la Telematica G. Marconi, e devo fare alcuni appunti:

    – la maggior parte dei professori hanno cattedre anche in altre università, la loro qualità è indiscussa dal punto di vista umano, professionale ed etico.

    – se vai impreparato, o non ben preparato, TI BOCCIANO (l’ho provato a mie spese).

    – hai piu’ appelli a disposizione per anno, a differenza delle statali che ti “fanno perdere un sacco di tempo ad aspettare la possibilità di rifare l’esame” (e magari hai soltanto avuto un problema in ufficio e non sei potuto andare…)

    – puoi vedere le lezioni anche 10 volte, è tutto disponibile online, puoi scrivere al professore per chiedere spiegazioni ulteriori con tempi di risposta davvero rapidi;

    – è sempre indispensabile studiare anche dai libri di testo, vi assicuro che se ne accorgono, perchè le domande ci sono sempre.

    Per concludere trovo che l’università italiana statale possa aumentare in qualità, istituendo:
    – appelli piu’ frequenti per ciascuna materia ogni anno (almeno 5)
    – il che porterebbe anche a diminuire il sovraffollamento agli appelli,
    – istituendo la raccolta di recensioni degli studenti, per minare la “sicurezza di certi professori” che vivono l’università di rendita per articoli scritti 15 anni fa
    – orientando gli studenti verso il lavoro, non solo verso il mondo accademico: l’università italiana ti fornisce una preparazione molto orientata al profilo dell’insegnamento, e distante dall’applicazione pratica nella vita che aspetta gli studenti dopo la frequentazione.

    Infine, e mi rivolto a tutti gli studenti, la preparazione puo’ dipendere solo in parte dall’università che scegliete: dipende in primis da noi, da quanto tempo spendiamo sui libri ad acquisire le nozioni, e dalla disponibilità di tempo dei nostri docenti (non solo dalla bravura): studiate per voi, i contenuti sono strumenti che vi aiuteranno in ogni ambito, acquisite quanti piu’ strumenti possibile, non pensate solo a superare l’esame. Arricchitevi dentro, e non fatevi rubare anni di permanenza in università oltre quelli previsti: la vita è una, costruitevi il domani secondo la vostra visione

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