Ecco i consigli dei docenti per affrontare al meglio la scelta della facoltà. Nella nostra Guida in edicola troverete inoltre: tutti i corsi di laurea, le città dove studiare, le dritte dei laureati, gli sbocchi occupazionali e la voce delle aziende.
Il rapporto Censis sull’università italiana parla chiaro: la facoltà di Psicologia di Bologna (sede di Cesena) è padrona del gradino più alto del podio. La preside, Bruna Zani, non corre il rischio di farcelo dimenticare: “E poi – afferma con giusto orgoglio sul finire della nostra chiacchierata – siamo i primi in Italia”.
Preside, chi ci legge deve scegliere la laurea di primo ciclo e sicuramente si sta chiedendo: se scelgo psicologia, tra tre anni cosa potrò fare?
Noi consigliamo sempre di proseguire con una laurea magistrale, anche perché è indispensabile per esercitare la professione. Da noi a Cesena la percentuale di chi prosegue tocca il 95%.
Tracci un identikit della brava matricola di psicologia. Per passare la nostra prova di ammissione servono padronanza della lingua italiana e dell’inglese, una buona cultura generale e una mente logica.
E passato l’esame?
Dopo comincia il bello. E per saperlo affrontare occorrono motivazione, una buona dose di curiosità intellettuale e, ovviamente, capacità di studio.
È una facoltà complessa, quindi.
Serve molto impegno. Anche perché oggi la psicologia è banalizzata. In pratica, si sente psicologo chiunque stia al pubblico. La psicologia è una scienza, non applicazione del senso comune. E questo è sicuramente difficile per i ragazzi.
Quindi: percorso difficile, sia come materia, che come lavoro interiore, di almeno 5 anni. E poi, alla fine, lo psicologo trova lavoro?
Prima di tutto, deve fare un anno di tirocinio. A quel punto, entra nel mondo del lavoro. Un mondo duro: in Italia, il rapporto psicologo/numero di abitanti è tra i più alti d’Europa. C’è molta concorrenza. Al contempo, è anche vero che le imprese stanno capendo che hanno bisogno di noi, per la gestione delle risorse umane, per la prevenzione del mobbing e per capire le relazioni che intercorrono tra colleghi.
Quindi, tanta concorrenza. Ma anche nuovi scenari.
Sì, è sicuramente un mondo in evoluzione. E i nuovi laureati potranno senz’altro dire la loro.
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