Gli studenti italiani dicono “Si” alla carriera, “no” al posto fisso.

carriera e posto fisso

Carriera e posto fisso Circa la metà dei giovani italiani rinuncerebbe a un contratto di lavoro a tempo indeterminato per fare carriera piu’ rapidamente e tra questi, l’81% sarebbero disposti a fare a meno della certezza del posto fisso per i primi due, tre anni di lavoro. E’ quanto emerge da un’indagine condotta da Bain & Company su un campione di 1.000 studenti universitari e neolaureati italiani, di eta’ compresa tra i 18 e i 25 anni, sul futuro, il lavoro, le istituzioni e la capacita’ imprenditoriale delle giovani generazioni.

La ricerca, illustrata a Milano dall’ad e cofondatore di Bain Italy Giovanni Cagnoli in occasione della seconda edizione di “Agenda Bain per i giovani”, evidenzia che per gli intervistati determinazione, talento e idee chiare sono i fattori chiave per entrare nel mondo del lavoro e avere successo. Secondo la maggioranza del campione occorrono soprattutto sacrificio ed impegno, oltre ad una buona idea di partenza ed accesso ai finanziamenti.

Nella top list delle priorita’, quando si parla di lavoro e carriera, per i ragazzi ci sono la soddisfazione professionale, il bilanciamento tra vita privata e lavoro e il reddito. Il contratto a tempo indeterminato viene solo al 4° posto, a pari merito con l’attrattivita’ della professione. Per fare carriera piu’ rapidamente il 75% degli intervistati sembra disposto ad accettare un aumento delle responsabilita’, il 66% trasferimenti all’estero; circa la meta’ rinuncerebbe al posto fisso, di cui l’81% per i primi due, tre anni di lavoro, mentre il 64% sacrificherebbe il proprio tempo libero per i primi 5 anni di attivita’.  Oltre il 40%, pur ritenendo che in Italia ci siano i presupposti per coltivare il proprio talento, sostiene che non ci sia sufficiente meritocrazia che premi e faccia crescere i migliori. Il 79% dei ragazzi ritiene che la scuola aiuti a gettare le basi per una carriera ma di fatto non favorisca un raccordo sufficiente tra formazione e mondo del lavoro. In crescita di 3 punti rispetto al 2012 la fiducia verso le istituzioni pubbliche che, tuttavia, per il 91% non garantiscono uguali opportunita’ di partenza e non incoraggiano l’imprenditorialita’.

Imprenditori e classe dirigente godono della stima dei giovani intervistati, in quanto esempio di coraggio ed eccellenza, ma sono ritenuti responsabili, oggi piu’ di ieri, della mancata crescita e dello scarso inserimento di giovani talenti in ruoli chiave. Le banche infine, secondo l’88% del campione, non favoriscono l’accesso al credito e quindi la nascita e lo sviluppo di start-up. Nel corso della tavola rotonda Giovanni Cagnoli ha annunciato la disponibilita’ di Bain ad offrire supporto e consulenza gratuita ai progetti di start-up piu’ meritevoli che perverranno nei prossimi mesi alla casella di posta elettronica: [email protected]

 

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